Prova di collegamento ad un DB
Dubbi legittimi e sacrosanti


Giorgio Ambrosoli
Un frequentatore del sito chiede cosa pensi del comportamento di Legambiente e del manifesto tardivo del PD. Esiste una volontà o una forma di acquiescienza nei confronti dei nuovi signori delle discariche? Non si sa nulla e nessuno parla più di tanto. Gli unici elementi che abbiamo per orientarci sono le dichiarazioni, gli atti e le posizioni politiche che ognuno prende. Analizziamole e cerchiamo di capirci qualcosa.
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E’ giunto un commento di Vincenzo (lo chiamo così) sul pezzo “Il Disattivato” in cui mi chiede un parere sul comportamento di Legambiente e sul ritardo con cui è arrivato il manifesto del PD. Premetto che questo non è un sito di gossip politico, per cui le opinioni espresse dall'autore cercano di essere in linea con gli accadimenti e soprattutto con la logica, fermo restando che il punto di vista è naturalmente coerente con una visione di sinistra delle cose del mondo.

La vicenda della nuova discarica pone legittimi dubbi e solleva inquietanti interrogativi sul comportamento di un po’ tutti i soggetti politici e sociali a vario grado coinvolti. Avrebbero dovuto sapere quello che si stava prospettando in anticipo rispetto ai comuni mortali e correre ai ripari per tempo, se non altro con un’efficace opera di denuncia. Non è accaduto nel caso del PD, o meglio se ne sono accorti troppo tardi, quando ormai c’era poco da fare. La domanda rimane: “ma in quanti sapevano?”.
Seguendo il percorso di quel che è accaduto in quei giorni, scopriamo che il tutto nasce dopo che il PD aveva diffuso il contenuto di un comunicato confinato nell’Albo pretorio già dal 07 Gennaio. Scoperta avvenuta circa tre settimane dopo dalla sua pubblicazione. Nello stesso giorno si sono ritrovati già a disposizione dei PDF della documentazione, un fatto insolito giustificabile con l’accesso agli atti dei consiglieri comunali, anche se di solito i documenti arrivano in forma cartacea e mai tanto tempestivamente. Rimane comunque siderale la distanza tra il giorno in cui il progetto della mega-discarica è stato presentato per la valutazione di impatto ambientale (agosto 2008), la richiesta di autorizzazione integrata ambientale (ottobre 2008), la pubblicazione (avvenuta a Dicembre 2008 sia pur su giornali non molto letti) ed il caso esploso a fine gennaio 2009.
Possibile che nessuno non si sia mai accorto di niente, dai consiglieri a qualche impiegato comunale, magari vicino al partito? Lo stesso dicasi per la Provincia. Eppure a Minervino si era tenuto un consiglio comunale sull’argomento già parecchi mesi prima. Non dimentichiamo che la nuova discarica ricade in agro minervinese per la maggior parte della sua estensione, solo per la rimanente è in quello canosino.
Il 12 Ottobre 2008 è proprio Legambiente a diffondere un comunicato con tanto di fotografie aeree della nuova discarica e la notizia che il sindaco di Minervino ha intenzione di bloccare il nuovo insediamento . I toni del comunicato sono incredibilmente assertivi. Uso questo avverbio perché rende bene la dissonanza tra le posizioni di soli tre mesi fa di Legambiente e quelle di oggi. Nel comunicato si tessono le lodi del sindaco di Minervino, Roccotelli, che avrebbe dimostrato di voler bloccare l’ampliamento della discarica di Contrada Tufarelle, convocando un consiglio comunale. Mesi dopo non si usano locuzioni altrettanto sperticate nei confronti di quello di Canosa, ma ci si dimostra fiduciosi anche se il consiglio l’ha convocato quasi obtorto collo e con abbondante ritardo.
Da sottolineare è che Legambiente fa riferimento ad un ampliamento di una discarica già esistente, non di un sito ex-novo. La lingua batte sempre sul dente dolente, si confronta più volte la situazione di Canosa e Minervino. Il tono del comunicato sembra voler suggerire l’idea dello scampato pericolo, ma appare piuttosto ambiguo il riferimento ad un referendum che sarebbe stato negato ai canosini. Chi l’ha mai proposto? E quando?

Il 13 Ottobre tocca alla lista ambientalista “Per il Bene comune” rilanciare la notizia già data da Legambiente. Si apprende, da Francesco Di Nicoli, che a Minervino è stato convocato il consiglio comunale per uno scopo molto speciale. All’ordine del giorno c’è la revoca di una delibera del 2000 con la quale si autorizzava la società Bleu ad ampliare una discarica, e questo sembra un fatto positivo che può aver fatto gridare all’elogio dell’amministrazione minervinese, ma si annuncia altresì che la società Blue srl (si invertono le ultime due lettere ma il risultato non cambia) ha depositato uno studio di impatto ambientale il 6 Agosto 2008 presso la Provincia di Bari, il Comune di Minervino Murge e quello di Canosa. A Canosa già quindi si sapeva della mega-discarica in Agosto, nel frattempo nessuno si è premurato di far sapere nulla, né tanto meno di discutere l’argomento pubblicamente in consiglio comunale. Il fatto stava già allora passando sotto traccia.

Si giunge al 28 gennaio 2009, giorno in cui la Segreteria del circolo locale del PD rende noto che è affisso all’Albo pretorio del Comune, dal 7 gennaio con data dell’avviso 2 gennaio, una comunicazione riguardante proprio quel progetto della ditta Blue srl . Nell’epigrafe si legge chiaramente che agli atti la documentazione è stata già acquisita il 12.09.08, cioè a circa un mese dalla presentazione negli uffici provinciali. Il seguito ha del grottesco, infatti il settore Lavori pubblici invita chiunque avesse osservazioni o opposizioni al progetto, a presentarle entro trenta giorni dall’affissione dell’avviso, ovvero fino al 6 febbraio. Non è chiaro come mai di una discarica di quelle dimensioni gli uffici comunali protocollino il 12 settembre la richiesta di valutazione di impatto ambientale e la lascino depositata, e forse volutamente dimenticata, per circa quattro mesi, prima di renderla pubblica senza nemmeno affiggere manifesti murali come solitamente fanno. Funzionari sbadati o ragioni politiche, e non solo, ben precise?

Sempre il 28 gennaio il PD diffonde via web un manifesto , la data è del 26, ma di sicuro già il 22 esponenti locali erano al corrente del progetto. Prova ne è una conversazione origliata durante il consiglio comunale di quel giorno, convocato per discutere le modifiche introdotte allo Statuto comunale e la gratificazione della Fondazione Archeologica Canosina, citata direttamente, insieme alla Pro Loco, come associazioni nello Statuto comunale; altra circostanza sospetta, specie se si considera che il Presidente della FAC si scoprirà essere l’azionista di maggioranza della Blue s.r.l. tramite la Sabino Cave s.r.l.
Componenti informati del PD, interrogati su come son venuti a conoscenza della nuova discarica, rispondono di essere stati incuriositi da quel comunicato affisso all’Albo pretorio, anomalo per i motivi che loro stessi spiegheranno dopo con un successivo documento inoltrato via web.

Per il 30 gennaio viene convocato il Consiglio comunale e la questione Tufarelle viene presentata sotto la definizione tecnica di “Adozione Piano Insediamento Produttivi in zona D2”. Il progetto del sindaco sarebbe quello di cambiare d’autorità la destinazione d’uso delle particelle in agro canosino sulle quali dovrebbe sorgere la nuova discarica. Piano ritenuto impossibile dal PD, secondo il quale l’eventuale autorizzazione cancellerebbe automaticamente tutte le varianti apportate dal Comune al Piano urbanistico. Da premettere è che già qualche anno prima, lo stesso sindaco Ventola aveva prodotto un documento con il quale aveva promesso la riqualificazione di Contrada Tufarelle , promuovendola a parco naturale, salvo non intaccare gli impianti produttivi (sic) già esistenti che avevano comunque diritto agli ampliamenti del caso (doppio sic).
Sono apparsi evidenti due modi diversi di approcciarsi al problema. A parole, tutti, ma proprio tutti, sostengono di essere contrari alla discarica: dal Sindaco, in prima persona, alle opposizioni. Ciò che li differenzia è il metodo con cui intendono perseguire l’obiettivo. I consiglieri del PD sono piuttosto pessimisti e ritengono che in mancanza di una presa di posizione forte dell’Amministrazione, si rischia quello che nessuno vuole; esortano il Sindaco a far sentire la sua voce ed a farsi latore di quella dell’intera comunità. Il Sindaco sostiene invece che quello di Contrada Tufarelle è un falso problema, basterà la variante al PRG a preservarci da eventuali fughe in avanti, non si sa quanto può assicurarci che in sede di Conferenza dei Servizi non vengano prese decisioni contrarie a quelle da lui previste.
Sulla stessa lunghezza d’onda si schierano un po’ tutti i partiti di maggioranza, compresi i tre consiglieri approdati da poco dalla destra storaciana a quella più morbida e filogovernativa della Santanchè. Fanno outing un po’ tutti: dal gruppo di Giovanni Patruno a quello degli agricoltori; tutti fiduciosi nella capacità taumaturgiche del Rieletto. Nel frattempo si viene persino a conoscenza del nominativo dell’azionista di riferimento della Blue s.r.l., ovvero il Presidente della Fondazione Archeologica il quale prontamente fa sapere che, a due giorni dalla scoperta pubblica del progetto, si è dimesso dalla carica di amministratore ed ha venduto le sue quote. Una situazione francamente incongrua, visto che proprio coloro i quali dovrebbero essere i primi a gridare un certo tipo di vocazione della città, si ritrovano dalla parte opposta, cioè quella degli inquinatori.
Stupisce anche Legambiente . In un comunicato del 01 febbraio prende una posizione imprevista per la sua natura di associazione ambientalista e per il suo ruolo non partitico, ribadisce la netta contrarietà all’insediamento della nuova discarica con la formula “abbiamo già dato”, ma a caratteri cubitali fa seguire un passaggio criptico:” il secco mai del sindaco ci rappresenta tutti in questa ulteriore prova di grande forza e coesione contro l’assurdo tentativo di coprire la nostra amata Canosa di rifiuti, mentre tutti cerchiamo ogni giorno di riportarla alla luce.” Al di là della retorica e delle frasi di circostanza, appare ben chiaro il non voler intraprendere forme di resistenza attiva. A parte i rilievi e le osservazioni che si appresterebbe a presentare (chissà poi se lo ha fatto), Legambiente rimette tutto nella fiducia al sindaco, stigmatizzando “qualunque forma di strumentalizzazione politica”.

Ma il Partito democratico dove lo avevamo lasciato? Al manifesto sulla mobilitazione generale e ad un paio di post arrivati dopo, dove si riportava un resoconto storico della richiesta della Blue ed una critica feroce al presidente della FAC, Sabino Silvestri. Circola voce negli ambienti democratici che sarebbe in preparazione un comizio, si apprende dopo un po’ che l’idea sta sfumando, se non è sfumata del tutto. Eppure i toni del manifesto sono piuttosto forti, chiamano alla mobilitazione: una sorta di armiamoci e partite se non è sorretta da un’iniziativa politica riconoscibile. Iniziativa che tarda a venire, anzi non si intravede nemmeno. L’affaire della discarica assume contorni strani, fa sospettare qualcosa di trasversale che coinvolge molte, forse troppe persone. Chi sono i soci politici della Blue? Difficile dare risposte. Torna giustificabile la cultura del sospetto. I diretti interessati, tra l’altro, non fanno assolutamente nulla per smentirla, anzi mantengono ampi margini di ambiguità. Dobbiamo dare retta anche ai più piccoli segnali e denunciarli? Ad esempio, al consiglio comunale del 30 gennaio alcuni consiglieri erano assenti. L’intero gruppo della Santanchè per protesta aveva abbandonato l’aula, ma anche tra i democratici spiccava qualcuno che non c’era. O forse mi sbaglio io.

Pubblicato il 19.02.09 h 23:40
Modificato il 23.10.09 h 13:11

Fantapolitica - Meno male che Francesco c’è Prova di collegamento ad un DB

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