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Affari privati e false pubbliche virtù


Giorgio Ambrosoli
FAC ovvero Fondazione Archeologica Canosina. Dovrebbe occuparsi di promuovere il patrimonio archeologico della città e scopriamo che il suo presidente, privatamente, lavora con ditte che si occupano di discariche di rifiuti speciali.
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Nel mio ultimo post, a proposito della nuova mega discarica da 3.800.000 metri cubici di Contrada Tufarelle, mi sono confuso nel riportare il nome dell’impresa che ha richiesto la valutazione di impatto ambientale. Non si tratta della Bleu come da me indicato, ma della Blue s.r.l., ovvero di un’altra azienda che oggi abbiamo scoperto, per stessa ammissione dell’interessato, essere partecipata dalla Sabino Cave s.r.l., il cui amministratore unico è proprio quel Sabino Silvestri presidente della Fondazione Archeologica Canosina: uno dei due enti che si occupano di tutela dei beni archeologici e credo anche ambientali. Recentemente, insieme alla Pro Loco, è stata menzionata direttamente nello Statuto comunale; un riconoscimento davvero ambito, visto che per farlo sono stati costretti a modificarne l’articolo 35.
Non voglio commentare la dichiarazione di oggi del Presidente della FAC, esempio smisurato di chi, finito nelle sabbie mobili, tenta di divincolarsi muovendosi freneticamente, senza rendersi conto che così facendo peggiora la situazione. Voglio semplicemente fare mente locale su quanto accaduto intorno a questa vicenda.
Facciamo attenzione alle date. Il 7 Gennaio viene affisso all’albo pretorio, da parte del dirigente del settore Lavori pubblici, un avviso con il quale si annuncia alla cittadinanza che la ditta Blue ha avviato un procedimento per la valutazione di impatto ambientale per una discarica di rifiuti speciali non tossici, né pericolosi. I documenti relativi al progetto rimarranno depositati presso gli uffici comunali per trenta giorni, in modo da permettere a chiunque voglia produrre osservazioni o opposizioni, di farlo.
La prima stranezza di questo caso sta nel fatto che solitamente i dirigenti comunali, quando avviano procedure di questo genere, ne danno ampia pubblicità, ovvero non si limitano alla semplice affissione nel cortile del pozzo luce di Palazzo S. Francesco (una bacheca non molto facile da consultare per svariati motivi), ma diffondono l’informativa, comunicandola alla cittadinanza con manifesti incollati nei punti più frequentati della città. E’ accaduto, ad esempio, per la richiesta di ampliamento delle cave di argilla fatta da Palmitessa, e per la modifica di alcuni articoli dello Statuto comunale. Come mai in questa circostanza si è preferito non pubblicizzare più di tanto un atto pubblico?
Il secondo motivo che induce a pensare male, sta nel nome scelto per la nuova società: Blue s.r.l. Troppo simile, ad esempio, al nome tristemente noto di un’altra impresa già operante in Contrada Tufarelle: la Bleu s.r.l. Si è tentato, per caso, di aggirare le curiosità di qualcuno facendo ricadere su quest’ultima la paternità della nuova discarica in modo da lasciare nell’oblio i nuovi signori dei rifiuti?
Di una discarica formato gigante se ne stava già parlando il 21 Gennaio, o meglio qualcosa ho origliato in quell’occasione, ma la prima nota scritta è del 26, quando un misterioso frequentatore del forum di Canosaweb.it (si fa chiamare “Il Canosino”) risponde piuttosto piccato ad un articolo di Romolo Chiancone sulla gestione del ciclo dei rifiuti, aggiungendo:
ti richiamiamo alla mente l'affissione all'Albo Pretorio di Canosa di una megadiscarica di rifiuti "non pericolosi" da altre Regioni.
Parole che passano inosservate, forse di qualcuno che si confondeva con la notizia passata in quei giorni di una sentenza della Consulta con la quale si dichiarava incostituzionale una legge della Regione Puglia che aveva imposto lo smaltimento nella nostra regione solo di rifiuti autoctoni, non permettendo che le nostre discariche ospitassero materiali di provenienza esterna.
L’articolo di Chiancone non sarà stato particolarmente condivisibile, ma ha avuto il merito di far emergere una realtà che era rimasta stranamente oscurata. Il 27, infatti, tocca ad un'altra voce del web farsi sentire, il nik name è di quelli allegorici: Meditategente. I riferimenti sono più circostanziati. Chiancone ha picchiato su un nervo scoperto. Il misterioso personaggio, oltre a confermare la mega discarica di Contrada Tufarelle, non cita l’albo pretorio ma sposta il focus su una nuova società (la Blue s.r.l. per l’appunto) e sui suoi soci, indicando anche il metodo da seguire per scoprirli, quello più semplice e banale: la visura camerale.
Evidentemente dietro lo pseudonimo di Meditategente si nasconde una persona molto ben informata dei fatti, tanto da sapere finanche chi sia il misterioso socio delle Blue. Almeno per il momento non lo rivela.
Il giorno dopo il cerchio incomincia a stringersi. Questa volta ritorna il Canosino con una richiesta piuttosto inconsueta per chi non conosce i particolari della vicenda nel profondo. Lancia una provocazione proprio alla Fondazione archeologica, invitandola a pronunciarsi in materia ambientale. Lì per lì sembrerebbe una richiesta estemporanea, quali competenze avrà mai chi si occupa di reperti antichi, su una questione sicuramente cogente e importante per tutti i cittadini, ma francamente immaginabile al di fuori del contesto specifico in cui opera la Fondazione. Francesco Di Nicoli prova a dare una risposta. Riporta un pezzo apparso sulle pagini locali (immagino) del quotidiano “La Repubblica” in cui si parla proprio della trasformazione in attrazioni turistiche delle vecchie cave dismesse di pietra. In Puglia ce ne sono un’infinità. Conclude amaramente che forse a Canosa questo non avverrà mai.
In quel mercoledì 28 accade di tutto, prima viene riportato il testo affisso all’Albo pretorio, dopo, con straordinario quanto sospetto tempismo, il Partito democratico riporta in formato elettronico tutto lo stralcio della documentazione consultabile negli uffici comunali. Si precisa che il normale cittadino che volesse prenderne visione deve chiedere una speciale autorizzazione per estrarne copia e non è detto che venga sempre concessa. Nella Segreteria canosina del PD evidentemente già disponevano e chissà da quanto tempo, di un doppione tutto loro.
Sempre il 28 compare già un manifesto in cui si invita alla mobilitazione generale contro la discarica e si chiede al Presidente del Consiglio comunale, Michele Pizzuto, di convocarne uno monotematico ed in seduta urgente. Da esperienze passate sappiamo che l’Amministrazione è poco incline a discutere in aula questi argomenti, così come sappiamo che diventa arduo reperire il numero minimo di firme per richiedere un Consiglio, a meno che non ne faccia esplicita richiesta il Sindaco.
Sempre nello stesso giorno il Sindaco, con velocità degna di miglior causa, fa sapere la sua in merito alla nuova discarica. Il suo Ufficio stampa comunale non si sforza più di tanto, riprende le frasi apparse nel 2007 nel suo programma elettorale.
La vicenda sembra una commedia di Ionesco o, se si preferisce, un racconto di Edgar Allan Poe: un pezzo di carta abbandonato in un polveroso Albo pretorio anziché essere affisso ai muri; il maggior partito d’opposizione che ignora fino ad una settimana dalla scadenza dei termini di presa visione dei documenti, che si sta per costruire una nuova discarica; un sindaco che addirittura si dichiara contro nuovi insediamenti in Contrada Tufarelle dopo ventuno giorni che la richiesta di un nuovo impianto è stato autorizzato all’affissione.
Il colpo di teatro finale avviene dopo due giorni, quando il sempre molto ben informato Meditategente rivela il nome del fantomatico socio della Blue s.r.l. Si tratta di Sabino Silvestri, ovvero del Presidente della FAC.
Il 31 gennaio il Presidente fa la figura di chi è stato preso con il sorcio in bocca, farfuglia qualcosa su un post che provvede ad inviare sempre al portale Canosaweb.it, ma ormai la frittata è fatta. Come sia conciliabile il turismo con un’attività considerata estremamente rischiosa per l’ambiente come quella delle discariche di materiali speciali, dove spesso e volentieri si finisce sotto inchiesta, non è noto. Tutti attendono che il Presidente della FAC riesca ad essere molto più convincente di quanto è stato finora.
Di sicuro questa vicenda getta discredito non solo sulla figura più rappresentativa, ma su tutta la Fondazione. Questioni siffatte si risolvono solo in un modo, con le dimissioni immediate del presidente se si vuole salvare ancora il salvabile.
Come canosino ricordo l’azione della FAC già da qualche anno, e rammento che quando si costituì si presentò visibilmente come un’associazione autonoma, animata da ottimi propositi e sinceramente motivata nella funzione di recupero del patrimonio archeologico. Ne hanno fatto parte persone degne.
Ma da un anno a questa parte, probabilmente coinciso con la nuova presidenza, è apparso abbastanza chiaro il collateralismo con la politica, e particolamente con l’attuale amministrazione, fino agli eventi di qualche settimana fa, quando è entrata di diritto nel novero delle associazioni cittadine che hanno rilevanza pubblica, tali da essere citate nello Statuto comunale.
Anche la reazione avuta in città dai partiti politici su tutta la vicenda di questa nuova discarica tradisce una sorta di imbarazzo, se non addirittura connivenza da parte di qualcuno, nei confronti del Presidente. Vedremo come finirà.

Pubblicato il 02.02.09 h 13:58
Modificato il 23.10.09 h 13:02

Fantapolitica - Meno male che Francesco c’è Prova di collegamento ad un DB

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