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Fantapolitica vers. 3 Nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento, mai referendum sono stati più boicottati. A Canosa di Puglia il sindaco vieta addirittura l’uso di una centralissima piazza da decenni teatro di manifestazioni politiche.
Fantapolitica vers. 3
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Fantapolitica vers. 3 La sapete l’ultima di Francè? E’ davvero spettacolare. Dopo di questa sarà difficile sostenere, per qualcuno, che Canosa non è la libera repubblica di Bananas, una sorta di zona franca dove vige un concetto del diritto a dir poco divertente per chi l’osserva. L’ultima trovata del Ras del Quartierino non è nemmeno tanto stagionata, anzi, è freschissima e ricopre addirittura carattere di urgenza. E’ la delibera di Giunta n. 180 che nell’oggetto riporta “Disciplina inerente la individuazione e l’utilizzo delle piazze cittadine in occasione della consultazione Referendaria del 12 e 13 giugno 2011. Direttive.”
A parte il ritardo imperdonabile con il quale si sono ricordati di emettere una qualche direttiva - la delibera è del 19 maggio ed i referendum si celebreranno il 12 giugno - ma sotto le mentite spoglie di un atto che dovrebbe semplicemente disciplinare, si nasconde un feroce attacco ad una consuetudine di sempre: l’utilizzo di Piazza Vittorio Veneto per manifestazioni politiche e referendarie. Secondo la demenziale deliberazione del Viceré di Canosa, solo Piazza Padre Antonio Maria Losito, Piazza Ferrara e Piazza della Repubblica saranno disponibili per comizi e quant’altro. In altre parole, chi volesse parlare in pubblico potrebbe farlo solo in Zona 167 o in prossimità di Palazzo S. Francesco, sede del Municipio, perché nella centralissima Piazza Ferrara, ad esempio, non sarà possibile dar fiato alla voce, ma solo portare banchetti o gazebo.
Come sia maturata questa decisione non è chiaro, nella delibera non lo dice, lasciando intendere che tutto sia rimesso alla volontà e ai desiderata del Ras del Quartierino, che mal tollera comizianti di opposte idee politiche o gruppi che si organizzano per sensibilizzare una popolazione, già narcotizzata di suo, su temi importanti e vitali come il nucleare o l’acqua pubblica, o per dare qualche dispiacere al principale di Francè, che se dovesse passare il referendum sul legittimo impedimento, si troverebbe in guai piuttosto seri con la giustizia.
E’ solo ideologia? Amore per i disastri nucleari, perché con i disastri alla fine si fanno i soldi? O c’è qualcosa di più intimo, personale, dietro quelle sette manine che all’unanimità hanno concordato con Francè? In effetti, si potrebbe anche ipotizzare che il mal mostoso sindaco abbia preso male l’affronto di domenica 15 maggio, quando fu costretto ad annullare un comizio che aveva programmato qualche giorno prima; voleva riferire, il mal mostoso, sull’attività della giunta negli ultimi tempi: un vuoto pneumatico che Francè tenta di riempire con le parole. Non s’era accorto, o forse aveva fatto semplicemente finta, che qualche settimana prima il Prefetto di Bari aveva diramato un’ordinanza con la quale si proibiva agli amministratori locali di tenere comizi, se non per motivi urgenti e non differibili. Qualcuno non ci aveva fatto caso, ma si era già in piena campagna referendaria. Il Coordinamento dei 4 sì aveva già inoltrato istanza di occupazione di Piazza Vittorio Veneto qualche giorno prima e nessuno aveva opposto vincoli, salvo poi dover subire la visita di due zelantissimi agenti della Polizia Locale, probabilmente su ordine indiretto del Ras, alla pretestuosa ricerca di autorizzazioni. Tutto finisce bene per il Coordinamento. Malissimo per Francè, costretto a dover ingoiare il rospo dell’affronto subito da un gruppo di cittadini di sinistra che gli avevano legalmente impedito di parlare. Manifesti affissi ad annunciare un evento che poi non c’è stato, comizio saltato, figuraccia assicurata, mal di pancia garantito per un sindaco che si crede un padreterno e che non ama molto subire sconfitte, abituato com’è ad averla sempre vinta.
Sarà stata una ripicca, quella delibera n. 180? Oppure il tutto rientra in un programma più generale di soppressione di ogni forma di pubblicità dei referendum? Un voler definitivamente tappare la bocca a quei pochi che ancora si oppongono, tagliando fondi, mezzi di informazione e vietando persino l’uso delle piazze? E’ solamente la reazione scomposta del ras del quartierino, o dietro c’è un disegno più generale?
Di sicuro, è aberrante e grottesco che qualcuno cerchi di limitare la libertà di manifestazione in un momento che dovrebbe essere principe per una democrazia, quello in cui milioni di cittadini vengono chiamati al voto. Operazioni di questo tipo non riguardano società sostanzialmente democratiche e la delibera di Francè è sembrata più l’editto di un viceré che l’atto di un amministratore. Di fatto, anche se la forma è di tipo prescrittivo, la giunta non disciplina, ma proibisce. Sappiamo benissimo che nei sistemi democratici i divieti devono essere espressamente previsti e motivati, a maggior ragione se a deliberare è un sindaco del Popolo delle Libertà, ammesso che sappia di quale libertà ciancia; e di quale popolo: di certo non quello canosino.
Alla decisione che in Piazza Vittorio Veneto non si possono tenere non solo comizi, ma perfino innocenti banchetti, sarebbe opportuno che seguissero, riportate chiaramente, le motivazioni. E nella delibera non ci sono. Inoltre sarebbe interessante sapere da dove discenderebbe al sindaco tanto potere, e nella delibera non lo dice, visto che l’unico riferimento normativo è il Decreto Legislativo n. 267/2000, ovvero il Testo Unico degli Enti Locali che ricorre sempre dappertutto. Ma pure a leggerlo, quel decreto, non è assolutamente chiaro cosa c’entri con una materia che potrebbe riguardare la pubblica sicurezza (ma il sindaco non ha alcun potere in merito), o la pubblica incolumità qualora la piazza fosse oggettivamente pericolosa, ma nessuno si è premurato di farlo sapere; semmai l’Amministrazione comunale avrebbe il dovere di approntare i palchi per i comizi, ma non lo hanno fatto ancora nonostante siano passate già un paio di settimane dall’apertura della campagna referendaria.

Pubblicato il 24.05.11 h 17:00
Modificato il 24.05.11 h 18:08

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