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Giorgio Ambrosoli

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Quelle strane idiosincrasie

Fantapolitica vers. 3 E’ bastata una dichiarazione dell’assessore Nicastro a far scatenare Francè. Rifiuti in cambio di milioni di euro per la sanità? E a quale misteriosa pelle d’orso fa riferimento il sindaco? Che baratto sta proponendo alla Regione?
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Fantapolitica vers. 3 Se esiste qualcosa al mondo che riesce a turbare oltremodo i sonni del nostro sindaco, Francè, di sicuro sono le cicliche crisi dei rifiuti a Napoli. E’ noto, le situazioni di emergenza sono controverse, nel senso che possono essere gradite a quanti sperano di ricavarci lauti guadagni o rappresentare un problema fastidioso. Il nostro sindaco, Francè, non le ama, almeno quelle che hanno a che fare con la “monnezza”, ma puntualmente si ritrova a doverne subire gli strascichi. Fu così nel 2008, lo è ancora nel 2010. Il punto è sempre quello. Dove andranno a finire le tonnellate di rifiuti che si accumulano nelle strade campane? E’ un deja-vu. Immancabilmente il governo nazionale chiede disponibilità alle Regioni, e come sempre i rifiuti vanno laddove ci sono già discariche attive, quindi anche quelle canosine. Il nostro sindaco ha ogni volta però un atteggiamento paraleghista, vanno bene tutti i rifiuti, ma quelli napoletani no, come se nella speciale gerarchia della monnezza ci fosse qualcosa che la differenziasse in ragione della sua provenienza geografica, come se gli afrori avessero diversa gradazione in base alla latitudine. Due anni fa erano altri tempi, c’era un governo nazionale di centrosinistra ad un passo dalla caduta, ed un Berlusca già in campagna elettorale mentre Napoli tracimava di monnezza. E già Francè allora sembrava molto preoccupato che una parte di quelle schifezze potesse varcare gli Appennini e finire nelle linde discariche private di Canosa.
Non era l’unico per la verità. Nonostante il nascituro forum per l’ambiente stesse muovendo i primi tremebondi passi e le preoccupazioni erano concentrate sui livelli di inquinamento indotti dalle discariche, l’effetto emotivo delle immondizie napoletane riuscì nell’impresa di invertire l’ordine delle urgenze e far diventare il problema non quanto correntemente avveniva in quei luoghi, ma il fatto che tutto quel ben di dio partenopeo potesse alterare gli equilibri ormai consolidati del nostro quieto vivere accanto a buche diventate famigliari; fa niente se poi qualcuno si ostinava a sostenere che quelle son causa di mali non ancora del tutto esplorati.
Francè compì il capolavoro di far uscire in piazza il mitico forum ambientale convertito alla causa dell’abbiamo già dato, con supporto di scolaresche terrorizzate dal pericolo che l’untore campano potesse invadere la nostra Regione e ammorbarci con le sue ecoballe.
Quest’anno la storia si sta ripetendo con qualche significativa variazione sul tema. A Napoli l’immondizia c’è sempre, nonostante l’esecutivo del Berlusca avesse diffuso all’universo mondo la falsa notizia del problema risolto, e a Canosa Francè viene preso, questa volta, in contropiede dal governo regionale. Domenica 28 novembre, infatti, è “La Gazzetta del Mezzogiorno” a diffondere sull’edizione cartacea e sul suo sito on-line, la notizia dell’arrivo di un carico molto speciale; circostanza che manda letteralmente in bestia Francè. Si tratterebbe dei rifiuti prodotti dalla SFIR (un’azienda romagnola che si occupa della produzione di zucchero e con stabilimenti sparsi un po’ in tutta Italia) che dovrebbero essere stoccati nelle discariche di Canosa e in altre tre del Tarantino. Certo, è alquanto strano che una crisi di rifiuti solidi urbani che nulla avrebbe a che fare con gli scarti degli zuccherifici, poi produca un accordo tra governo regionale e nazionale per stoccare in ecoballe materiali di risulta da lavorazioni industriali. Ma le stranezze non finiscono qui. Anche la reazione di Francè è poco comprensibile. Se è vero come è vero che Bleu è una società privata, non si capisce come mai l’unico ad inalberarsi per le dichiarazioni di esponenti del governo regionale sia lui, il sindaco, e non sia stata la Bleu a produrre un comunicato stampa o un documento con il quale stigmatizzare le scelte del presidente e degli assessori. Una condizione inconsueta che potrebbe ingenerare, in alcuni, il sospetto che il sindaco di Canosa, nonché presidente della provincia BAT, sia una sorta di portavoce di un gruppo privato.
E Francè non ci è andato leggero nelle sue esternazioni. Innanzitutto non ha perso tempo. Già il giorno dopo, di lunedì, ha convocato una conferenza stampa, e lì ha dato fuoco alle polveri. Di sintesi ne ho viste tante, ma il comunicato stampa che ha fatto redigere è insuperabile.
Esordisce addirittura mostrandosi indignato - fatto che avviene raramente - per lo scambio politico da lui supposto tra rifiuti speciali non pericolosi (ci tiene a precisarlo) e piano di rientro sanitario. Due fatti indubbiamente e incontestabilmente accaduti, ma dei quali risulta difficile dimostrare la correlazione. Il piano di rientro sanitario pugliese era stato impugnato dal governo nazionale. Ma la condizione posta da Roma già qualche mese fa, riguardava la stabilizzazione di alcuni lavoratori precari che avevano prestato la loro opera all'interno di cooperative, e che Nichi Vendola voleva assumere in pianta stabile come dipendenti pubblici. Ciò aveva provocato le ire del ministro Tremonti, con conseguente congelamento del piano di rientro e blocco dei trasferimenti statali se Vendola non avesse rinunciato al suo progetto.
La questione dei rifiuti napoletani è altra cosa rispetto alla sanità e riguarda la disponibilità ad accoglierli all’interno di un piano che interesserebbe tutte le regioni italiane e che non ha ancora incontrato grandi entusiasmi. La Puglia ha accettato di parteciparvi, ma questo non autorizza automaticamente a supporre che ci sia stato un baratto. Ma tant’è, per Ventola non fa molta differenza, tanto che temerariamente si spinge perfino a chiedere le dimissioni dell’assessore regionale alla difesa del territorio, Nicastro. E perché no anche quelle di Fiore – assessore alla sanità – e Vendola, suo quasi omonimo presidente della Regione? Il motivo starebbe in una frase alquanto sibillina pronunciata da Nicastro in una sua dichiarazione. Smentendo il rischio di un’emergenza rifiuti, l’assessore aveva aggiunto: “Voglio poi dire che il governo ha diversi tavoli vertenziali aperti con la nostra regione. È chiaro che il tavolo dei rifiuti si chiude se si chiudono anche gli altri”. Da qui l’idea del baratto e il riflesso condizionato del piano di rientro sanitario. Principio che rasenta l’orrido per Francè, come se la realpolitik non gli appartenesse o la scoprisse solo ora. Ma il ragazzo è sveglio e l’allievo impara in fretta, tanto che subito dopo ne propone uno lui di baratti, non privo di riferimenti misteriosi. Il suo addetto stampa riporta infatti: “Se per tali figure la dignità delle Istituzioni non dovesse più avere alcun valore, sarei indotto anche io a barattare la “pelle dell’orso” con il finanziamento della quota regionale per la realizzazione del Museo Archeologico tante volte annunciato e tante altre volte disatteso”. Una frase apparentemente innocua, in realtà inquietante. Quale sarebbe la pelle dell’orso che Ventola vorrebbe scambiare in cambio dei 4 milioni di euro che ha chiesto alla Regione Puglia per realizzare non ben precisate infrastrutture intorno ad un’opera che non si sa bene se mai si realizzerà? Esiste un’intesa su qualcosa di non pubblicamente noto che Vendola ha contrattato con la Regione Puglia? Sarebbe interessante se il sindaco fornisse risposte molto più precise ai suoi concittadini, anche perché circolano strane voci secondo le quali le cave di tufo dismesse canosine sarebbero oggetto di vari appetiti, tra i quali non solo quelli delle aziende private che già operano o hanno operato in Contrada Tufarelle, ma anche interessi istituzionali che si manifesterebbero qualora l’imminenza di un’emergenza rifiuti, dovesse prendere seriamente corpo. In quanto alla storia dei 4 milioni di euro, ci sarebbe qualcosa di interessante che i cittadini dovrebbero sapere, ma questa è un’altra storia e la racconterò prossimamente.

Pubblicato il 06.12.10 h 22:00
Modificato il 07.12.10 h 01:12

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