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Fantapolitica vers. 3 La strana storia della Commissione per il Paesaggio. A Canosa si è costituita, ma è una scatola vuota, i membri li stanno ancora cercando.
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Fantapolitica vers. 3 Chi di voi ricorda la storia di Parco Tufarelle? Sicuramente non molti, anche se ritengo che i frequentatori di questo blog siano persone speciali, interessate alla cosa pubblica, informate e che non dimenticano. Non è piaggeria, la mia, ma semplicemente un dato logico.
Ebbene, quando trattammo la questione del parco che si voleva far sorgere dove ci sono le discariche, ci perdemmo tra tutte quelle sigle, tra ATE di tipo A (valore eccezionale) e ATE di tipo C (distinguibile); tra la Regione Puglia che proponeva il massimo della tutela ed il sindaco – già strano promotore in passato del parco – che contro-deduceva con misure meno impegnative e, soprattutto, meno stringenti. Chissà, se per eventuali sviluppi “imprenditoriali” futuri in quella contrada o per non segare magari il ramo sul quale egli stesso era seduto.
Sta di fatto che nonostante gli assessori regionali si siano mostrati sempre molto disponibili verso Francè - a dispetto del colore politico - al punto da non fargli mancare mai nulla, con il rischio di essere tacciati di strana condiscendenza con i suoi desiderata soprattutto per certe scelte alquanto discutibili, ora il problema delle tutele paesaggistiche, esercitate in maniera esclusiva dalla Regione, non si pone più, per cui i Comuni assumono una delega che sicuramente piacerà tantissimo a Francè. Via, allora, estenuanti discussioni su ambiti territoriali di più o meno pregio, via consigli comunali interminabili, via analisi di delibere, documentazione e quant’altro. Da oggi si fa tutto in casa: saranno i Comuni, tranne qualche minimo paletto, a decidere se un’opera (magari anche brutta) impatti o meno con il paesaggio.
Sono gli effetti di un decreto legislativo berlusconianissimo partorito dal ministro Urbani il 22.01.2004: il n. 42 , detto anche “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Non spaventi il nome, è solo scena, una sorta di manna piovuta dal cielo per sindaci che intendono ambiente e paesaggio alla maniera di Francè; un modo come un altro per affidare a Dracula l’attuale direzione delle trasfusioni. Per fortuna il legislatore aveva previsto un periodo transitorio per l’entrata in vigore del decreto, almeno per la parte che riguardava le deleghe. Infatti, fino al 31 dicembre 2009 abbiamo potuto considerarci un tantino salvi dalla deregulation selvaggia, ma alla fine la Regione Puglia è stata costretta a cedere. Lo ha fatto con congruo anticipo. La Legge regionale n. 20 è del 7 ottobre 2009 e recepisce quanto previsto dal decreto legislativo, con conseguente aggravio di costi per la Pubblica Amministrazione. Ora sarà compito delle singole realtà locali pronunciarsi sull’impatto paesaggistico di un’opera e lo dovranno fare attraverso una commissione ad hoc, la Commissione per il paesaggio, appunto. Considerato che ogni Comune di popolazione superiore ai 15 mila abitanti ne dovrà avere una e che quelli più piccoli dovranno associarsi per istituirla; considerato che per legge la commissione è composta da tre membri di elevata professionalità e che gli stessi dovranno essere poi retribuiti alla stregua di consiglieri comunali, pur a voler fare semplicemente il conto della serva, è possibile intuire il maggior aggravio in termini di costi di esercizio della macchina pubblica, ovvero la vituperata spesa corrente.
Ma il nostro legislatore non può fare a meno di imbellettare la sua creatura, escogitando indicazioni condivisibili ma scontate. Nel deliberato della Giunta regionale è riportato “è modalità idonea (la Commissione, n.d.r.) ad assicurare adeguato livello di competenze tecnico scientifiche nonché a garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia”. Ovvero, persone competenti al posto giusto e possibilmente in assenza di conflitti di interessi. Poi si aggiunge che i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti sono destinatari diretti della delega purché abbiano istituito la Commissione locale per il paesaggio.
Facciamo molta attenzione a quest’ultimo requisito, che poi è quello fondamentale per poter disporre della delega paesaggistica, e la cosa riguarda in particolar modo il Comune di Canosa e l’amministrazione di Francè.

Il caso Canosa

La delega paesaggistica, il Comune di Canosa l’ha conseguita circa otto mesi fa, precisamente l’undici gennaio 2010 con una deliberazione di Giunta regionale: la n. 8 In questo senso il nostro Comune è stato un antesignano. Infatti quel provvedimento riguardava comuni con più di 15.000 abitanti nella provincia di Bari (Altamura e Gravina), nella provincia di Brindisi (Ostuni e Carovigno), nella provincia di Lecce (Galatone), nella provincia di Foggia (S. Severo) e ben tre nella Sesta Provincia (Andria, Barletta e Canosa). Inoltre Canosa, preceduta solo da Barletta, è stata tra le più leste a trasmettere la documentazione: il 21.12.2009 con prot. 38832.
Come è stato possibile ottenere la delega? Semplicemente trasmettendo un plico con quanto richiesto nell’allegato A della delibera n. 2273 del 24.11.2009 . Non si tratta di poca roba, sono dichiarazioni di un certo peso. Focalizziamo la nostra attenzione sulla copia del provvedimento istitutivo della commissione locale per il paesaggio, e le nomine dei singoli componenti e dei rispettivi curricula. Il tutto da completarsi entro il 20.12.2009 onde consentire alla Regione la verifica dei requisiti per l’attribuzione della sub-delega. E infatti sempre l’allegato A prevede qualche obbligo anche per l’esaminatore della documentazione, essendo testualmente riportato che la Giunta Regionale [..] provvede alla valutazione della documentazione trasmessa dai Comuni a norma del punto precedente (cioè l’avvenuta costituzione della Commissione per il paesaggio – n.d.r.) al fine di verificarne la rispondenza ai presenti criteri [..]. A conclusione di tale verifica sarà predisposto l’elenco dei Comuni, associati o con popolazione superiore ai quindicimila abitanti, idonei all’esercizio della funzione autorizzatoria in materia di paesaggio. Tale elenco sarà approvato con specifico provvedimento della Giunta Regionale e pubblicato sul BUR e sul sito ufficiale della Regione Puglia.
Sembra di capire che le disposizioni della Regione Puglia siano alquanto rigorose e non ammettono per legge che la delega possa essere rilasciata ai Comuni se quest’ultimi non si sono adeguatamente attrezzati, e la Commissione rappresenta la misura adeguata, come già indicato nell’allegato A.
La stranezza è che a Canosa nessuno sa nulla e tanto meno parli di questa fantomatica commissione. Non sono apparsi comunicati stampa del sindaco, né manifesti o annunci. Se si prova ad interrogare qualcuno dei consiglieri comunali d’opposizione non se ne cava un ragno dal buco, quando addirittura non trasecolano. Anche i soliti ben informati hanno una conoscenza vaga della questione. Come è possibile tutto ciò se esiste quella delibera n. 8 che ci ha riconosciuto la delega paesaggistica?
Non dimentichiamo che all’art. 8 della Legge regionale n. 20 è riportato al secondo comma: le commissioni per il paesaggio sono composte da soggetti con particolare, pluriennale e qualificata esperienza nella tutela del paesaggio. In particolare ne fanno parte esperti in possesso del diploma di laurea attinente alla tutela paesaggistica, alla storia dell’arte e all’architettura, al restauro, al recupero e al riuso di beni architettonici e culturali, alla progettazione urbanistica e ambientale, alla pianificazione territoriale, alle scienze agrarie o forestali e alla gestione del patrimonio naturale.
Chi saranno mai questi espertissimi, queste teste d’uovo che dovranno vigilare su bizzarri progetti proposti da geometri, ingegneri, o palazzinari in ontologico contrasto con il bello? Questi guardiani dell’estetica che si richiamano a sublimi principi etici? La risposta non è assolutamente semplice. Dalle parti di Francè sono molto attenti a certi movimenti e di solito fanno dell’urgenza il loro pane quotidiano. In realtà, almeno formalmente, la Commissione per il Paesaggio, la Giunta comunale l’ha costituita, alla chetichella, esattamente il 18 dicembre del 2009, ovvero due giorni prima la scadenza dell’invio della documentazione. Lo ha fatto con la delibera n. 390 del 18.12.2009 , significando altresì che l’Ufficio competente al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche è il Settore Edilizia ed Attività Produttive, cioè lo stesso che rilascia le normali licenze edilizie, anche se all’art. 9 della Legge regionale 20/2009, al comma 2, è riportato che al fine di garantire la differenziazione tra attività di tutela del paesaggio ed esercizio di funzioni in materia urbanistico-edilizia, i comuni singoli e quelli che esercitano in forma associata le attribuzioni della presente legge assumono i necessari provvedimenti per assicurare un adeguato livello di competenze tecnico-scientifiche nonché per garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia. Potrebbe mai garantire l’Ufficio Edilizia questa differenziazione? E chi sarebbero gli uomini dotati delle professionalità tecniche e delle relative strumentazioni? Ed è possibile ritenere motivata la ristrettezza dei tempi intercorrenti fra l’emanazione delle linee guida [..] ed il termine assegnato dalle medesime per la trasmissione in Regione, per nominare una commissione di fatto non conforme alla legge? A rigor di logica non lo sarebbe e lo dimostra il fatto che solo pochissimi Comuni sono in regola alla data del 20 dicembre, tanto che lo stesso allegato A prevede al punto 5 la possibilità di andare oltre quei tempi, il che regolarmente avviene. Quindi potremmo anche azzardare l’ipotesi, se venisse confermata, che gli Uffici comunali canosini hanno prodotto un documento non in linea con l’articolato della legge 20. E gli assessori regionali che avrebbero dovuto controllare i documenti ed esprimere un parere fin tanto sui singoli curricula dei commissari? Nulla, non fanno una grinza e permettono che a Canosa sia lo stesso ufficio che rilascia le concessioni edilizie a pronunciarsi sulla loro conformità paesaggistica; che la commissione non corrisponda minimamente alle condizioni imposte e che un potere prima riservato alla Regione si decentri nelle mani di un dirigente comunale. A tutto ciò va premesso che nel corpo della delibera comunale n. 390 non è indicato alcuno stato di provvisorietà o temporaneità della Commissione così costituita, per cui si potrebbe perfino concludere che essa, così com’è, rimarrà, almeno fino a scadenza naturale, cioè cinque anni. Atti di illogicità estrema prodotti da autentici azzeccagarbugli in perenne equilibrismo fra le norme del diritto.
Tanto illogici che dopo circa cinque mesi (cioè ex-post) la Giunta finalmente emette le linee guida , quelle che di solito servono per indicare come alcune scelte devono essere operate. La commissione c’è già da cinque mesi e la delibera è la 216 del 13.05.2010 dove si legge al punto 5 tra i casi di incompatibilità quello legato al rapporto di dipendenza, continuativa o temporanea, con il Comune di Canosa di Puglia. Probabilmente la Giunta dimenticava di aver nominato un intero suo ufficio. Sembra una commedia di Beckett, ma invece è quello che accade normalmente dove Francè amministra. La storia prosegue, infatti, tanto che il dirigente del SUAP, smentendo se stesso, si rende conto, forse, dell’assurdità della situazione ed emette un avviso pubblico urgente, e non potrebbe essere diversamente, che per oggetto ha Nomina dei componenti della Commissione Locale per il Paesaggio” . Si ammette con spaventosa non chalance che la commissione è una scatola vuota e si tenta di riempirla. E già qualche stranezza compare nel testo dell’avviso pubblico. Ad esempio, nel titolo del documento si fa riferimento alla delibera n. 8 (quella per cui il Comune già è delegato), ma della stessa non si fa assolutamente menzione nel corpo della delibera tra i documenti visti; alla stessa maniera viene del tutto ignorata la delibera 390 della giunta municipale. Ma non solo, anche i tempi sono molto sospetti. L’avviso è del 13 agosto 2010, due giorni prima di Ferragosto con termine ultimo per la consegna delle domande fissato al 10 settembre alle ore 13. Tra l’altro si invoca persino un carattere d’urgenza in piena estate dopo aver trascurato il problema per quasi nove mesi e si indice un concorso destinato a figure professionali molto particolari quando tutti, o quasi, sono in ferie: una manovra che potrebbe indurre in tanti il sospetto che in barba al principio di quella legge, alla fine si stia tentando un’operazione per far uscire come membri della commissione uomini formalmente liberi, ma di fatto agganciati al potere ed al sotto-potere di Francè. D’altronde, se si dà un’occhiata alle linee guida stese dal Comune, ed in particolare al punto 8 (le attribuzioni), diventa estremamente semplice capire quanto sia strategica la Commissione per il Paesaggio e quanto questa potrebbe risultare estremamente fastidiosa per Francè e compagnia se fosse pienamente conforme alla legge.

Pubblicato il 20.09.10 h 12:27
Modificato il 21.09.10 h 14:04

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