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Giorgio Ambrosoli

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I protocolli di intesa di Franc?

Fantapolitica vers. 3 Il sindaco Ventola riesce a strappare un protocollo d’intesa con la Regione Puglia sulla valorizzazione del Parco dell’Ofanto. Un progetto da lui stesso osteggiato del quale riuscì ad ottenere un forte ridimensionamento. Cosa preveda il protocollo al momento è mistero fitto.
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Fantapolitica vers. 3 Se non fosse per il fatto che anche a noi ogni tanto ci scappa di dare un occhio al sito della Regione Puglia, non l’avremmo mai saputo e la notizia ha in qualche modo del sensazionale. Secondo un comunicato stampa del 5 luglio del presidente Nichi Vendola, la Regione ha sottoscritto un protocollo d’intesa con i Comuni di Monopoli, Melendugno e Canosa di Puglia. Il tutto rientrerebbe in un programma di sostegno e valorizzazione (anche economica) delle aree protette rientranti nella rete Natura 2000. Il tutto alla modica cifra, verrà erogata dalla Regione, di 3,5 milioni di euro da ripartire tra le tre amministrazioni. Secondo un documento dell’Assessorato all’Ambiente – Settore Ecologia - aggiornato al novembre 2003, i siti di interesse comunitario rientranti nella Rete Natura 2000, afferenti le tre località, sono: Murgia dei Trulli per Monopoli, Torre dell’Orso e Palude dei Tamari per Melendugno e la Valle dell’Ofanto per Canosa.
Nulla quaestio su Monopoli e Melendugno. Stranissimo è, per certi versi, il finanziamento arrivato a Canosa e per almeno più di un ordine di motivi. Innanzitutto la totale assenza di pubblicità del fatto: non il sito ufficiale del Comune, né gli organi di stampa o internet - in cui il nostro sindaco trova sempre operatori molto compiacenti - hanno riportato la notizia (quasi un evento) e ciò a distanza già di qualche giorno dalla prima pubblicazione in Regione. Il fatto è strano in sé, sappiamo benissimo che la nostra Amministrazione è molto lieta di far conoscere ai cittadini quelle che ritiene essere buone nuove. Come mai per questa si è pensato bene di fare un’eccezione?
La seconda anomalia è legata un po’ alla storia del Parco dell’Ofanto, ovvero di quell’entità per la quale ora Francè sottoscrive un protocollo di intesa. Immagino che i canosini, almeno quelli più avveduti, la ricorderanno. Ad esempio che le prime mappe, corrispondenti al progetto originario del parco, furono contestate ferocemente dalle associazioni spontanee di agricoltori unite a quelle dei cacciatori: entrambi ritenevano che il parco avrebbe prodotto per loro solo pene e povertà.
E ricorderanno anche che Francè cavalcò subito la tigre dei mobilitati e fu tra i primi a chiederne immantinentemente la riperimetrazione. Come ricorderanno anche - gli uomini dalla lunga memoria - che in aula consiliare fu convocato un pubblico dibattito (si fa ovviamente per dire) per discutere dell’argomento, e a parte qualche aspirante suicida che tentò di spiegare alle folle osannanti di Francè che non era tutto vero quanto si sostenesse a detrimento dell’istituendo parco, la quasi totalità dei presenti era convinta oppositrice di quel progetto. Come ricorderanno anche - gli uomini che non dimenticano - che il sindaco la pensava in maniera ancora più radicale rispetto a chi si sentiva tutelato nei suoi interessi dal sindaco medesimo, ovvero quel parco, secondo Francè, non era proprio da fare: non aveva senso istituirne uno dell’Ofanto (fiume che attraversa tre regioni) senza che non vi fosse il coinvolgimento della altre due. In altre parole, meglio rimandarlo alle calende greche.
Ciononostante il parco poi si è fatto, riperimetrato – come piaceva a molti – e di fatto limitato quasi al solo greto del fiume, escludendo dal contesto quelle particelle catastali per le quali già si prevedeva altro, quell’altro molto caro a qualcuno.
Il mistero più misterioso è che ora arrivano anche importanti finanziamenti per quel parco, o per quel che ne rimane, ed i contenuti del protocollo d’intesa rimangono quantomeno ignoti, visto che non compaiono ancora su alcun sito ufficiale. Ma il nostro sindaco preferisce tacere, forse per non rendere pubblico e palese il suo imbarazzo, visto che da queste parti si è speso per ben altre battaglie. Non dimentichiamo che il Parco dell’Ofanto ora lambisce Contrada Tufarelle, ma prima di rivederne i confini, Tufarelle rientrava quasi completamente in quell’ambito, e non ci vuole molto a capire quali sarebbero state le conseguenze per certi insediamenti “produttivi” (discariche o inceneritori) se quel progetto non fosse stato modificato.
E non voglio nemmeno ricordare che altre determinazioni amministrative di sicuro non hanno regalato fama di ambientalista al Nostro. Parlo ovviamente di delibere con le quali si è retrocesso il livello di tutela previsto dalla Regione su Parco Tufarelle, o espresso, di fatto, parere positivo all’insediamento di una centrale termoelettrica (si legga inceneritore) sempre nella stessa contrada.
Come sia possibile che un’amministrazione di sinistra con il bollino blu quale quella retta dal riconfermato Nichi Vendola, coadiuvata all’Ambiente da un assessore che è stato un magistrato e che è espressione di un partito con il pedigree della questione morale, conceda a un sindaco come Ventola la gestione di fondi che dovrebbero servire a valorizzare un parco ridotto ai minimi termini, non è chiaro. Il mistero si infittisce se consideriamo alcune dichiarazioni decisamente esplosive del Presidente, rilasciate in tandem con l’assessore Angela Barbanente, nelle quali si fa riferimento ad illegalità perpetrate sulle sponde dell’Ofanto.
“Pensiamo all’Ofanto – dice il Governatore – “un luogo della vergogna, dell’indecenza e della illegalità. Noi siamo andati lì, su quel territorio, per spiegare che i processi di tutela della natura non sono necessariamente punitivi da un punto di vista economico.” Continua, “oggi la Puglia è fuori dal rischio di infrazione comunitaria per mancata perimetrazione di aree protette”.
Fa eco Barbanente: “un fiume aggredito in modo dissennato e al quale abbiamo voltato le spalle”.
Ora, se è vero che le parole hanno un senso, sarebbe opportuno che emergessero le illegalità, si denunciassero e si processassero i malfattori, il momento è molto propizio per la nuova giunta regionale, visto che l’assessore all’Ambiente è stato addirittura un magistrato. Chi meglio di lui potrebbe farlo? In quanto agli interventi sul territorio si ricorderà che proprio a Barletta, Vendola fu contestato duramente. Se dovessimo chiederci chi ha vinto quella partita, non potremmo che concludere che l’ha spuntata il partito della riperimetrazione, lo stesso dietro il quale si nascondono molti degli abusi, delle indecenze e della vergogna a cui il Governatore fa riferimento. A cosa serviranno i soldi previsti dal protocollo di intesa, non è dato saperlo di preciso. Ci sarebbe da attendersi che Vendola, per essere consequenziale alle idee testé proclamate, punti a sanare l’illegalità, ma il quesito permane: non è che dandoli al sindaco di Canosa, è come se si nominasse Dracula presidente dell’AVIS? (Se ricordo bene, la battuta è di Antonio Di Pietro).

Pubblicato il 14.07.10 h 18:30
Modificato il 14.07.10 h 18:30

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