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Giorgio Ambrosoli

Angelo Vassallo

Il grande architetto

Fantapolitica vers. 3 Progetti faraonici come l’abbassamento del livello di Piazza Vittorio Veneto allo stesso piano del Mausoleo di Boemondo. Una delibera votata all’unanimità in Consiglio comunale negli ultimi giorni dell’anno ed un finanziamento dal Piano Strategico dell’Area Vasta. L’ultima grande idea dell’Architetto.
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Fantapolitica vers. 3 Da un po’ di tempo, una nuova paura sta angosciando i canosini. Non bastassero gli ampliamenti delle discariche ed i progetti di inceneritori, la crisi economica e quella agricola in particolare. Ora anche il rischio paventato dello sventramento di Piazza Vittorio Veneto e di buona parte dell’area della villa comunale. Il tutto a favore di non molto ben definiti lavori che dovrebbero in sostanza far scendere al livello del Mausoleo di Boemondo tutto il piano stradale, al momento più alto di almeno cinque metri.
Il tutto è contenuto nella delibera n. 58 del 29.12.2009, votata all’unanimità dei consiglieri comunali. L’oggetto era Progetto di valorizzazione del Mausoleo di Boemondo: “Cattedrale e sacello di Boemondo – sistemazione area antistante”. Indirizzi e determinazioni.
Volendo ricostruire l’accaduto dalle scarne note della delibera, sembrerebbe che qualcuno (non si sa bene chi, è probabile sia stato l’arciprete o una persona a lui molto vicina) abbia proposto in Regione una sorta di intervento di restaurazione delle piazze antistanti la Cattedrale, ovvero ripristinare il tutto come in un passato alquanto remoto, portando il piano stradale allo stesso livello della chiesa, tanto da farsi carico di presentare, in questo senso, un progetto di massima.
La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia approva ed il 23 giugno 2009 invia una nota all’Amministrazione comunale, invitandola, in pieno spirito di collaborazione, a trasmettere ogni eventuale osservazione e/o parere di competenza e, nel contempo, a rilasciare il permesso per attivare le operazioni di scavo.
Per i solerti funzionari dei Beni Culturali sembra essere un gioco da ragazzi, probabilmente qualcuno non li avrà informati adeguatamente della morfologia del posto, tanto che il 10 luglio in Regione si incontrano non meglio precisati esponenti dell’Amministrazione e uomini dei Beni Culturali. Sono presenti, in quella circostanza, i tecnici incaricati (come è d’obbligo in questi casi) ed il parroco della Cattedrale, Don Felice Bacco. L’entusiasmo dei funzionari regionali viene subito spento, tanto (si legge nella delibera) che emergono una serie di problematiche, tali da imporre il rinvio all’Amministrazione comunale, per competenza, le definitive determinazioni in ordine all’esecuzione dell’intervento”. In pratica avrebbe dovuto essere l’Amministrazione (e quindi il sindaco) ad assumersi l’onere politico di deliberare, ma, a quanto pare, più di uno si rende conto dell’enormità dell’operazione, tanto da fargli preferire una presa di responsabilità condivisa coinvolgendo nella decisione l’intero Consiglio comunale. E così è.
Il 29 dicembre, infatti, presi dall’aura natalizia e con la testa ormai altrove, i consiglieri vengono chiamati a raccolta per ratificare la presa d’assunzione politica dei lavori sì cari all’arciprete. E così, come strenna natalizia e in un clima di assoluta concordia, si decide di approvare la delibera.
I finanziamenti dell’intervento proverrebbero dal Piano Strategico di Area Vasta, uno dei tanti contenitori dai quali spesso si attingono risorse per progetti che, contrariamente, rimarrebbero non finanziati. L’ammontare dichiarato è di tutto rispetto: 3.360.000 Euro, che per un’opera che solleva forti perplessità, fino al punto da essere ritenuta inutile se non addirittura dannosa, non è una cifra tale da non suscitare indignazione presso qualche ente o organizzazione. Il mio amico Gigi Garribba ha criticato in maniera veemente, in un articolo apparso su “L’InformAzione”, il progetto del museo archeologico, al punto da considerarlo esosissimo, preferendo investimenti più leggeri sui siti già esistenti, non mancando di sottolineare che i bilanci delle Soprintendenze sono ridotti al lumicino per le politiche di contenimento della spesa avviate dal Governo Berlusconi. Di sicuro rimarrà a bocca aperta nell’apprendere che si stanno per spendere più di 3 milioni di euro per realizzare, di fatto, un camminamento che avrebbe l’unico scopo pratico di evitare che si passi per la Cattedrale per visitare il Mausoleo di Boemondo, anche se i lavori vengono presentati con una finalità addirittura virtuosa. Nella delibera viene infatti riportato: Il progetto prevede la risistemazione di Piazza Vittorio Veneto e di Piazza San Sabino tentando, per un verso, di liberare la chiesa dedicata al Santo Patrono della città, recuperando vecchi livelli e finalmente evidenziando uno dei monumenti più importanti dell’Italia meridionale che è il Mausoleo di Boemondo , oggi invisibile.
Anche se poi, dovendo dare un colpo alla botte e l’altro al cerchio, ci si rende conto di quello che potrebbe accadere durante i lavori e si tiene a precisare che è di altrettanto preminente interesse garantire la piena fruizione della Piazza Vittorio Veneto senza per questo procurare nocumento al pubblico godimento della piazza, ma migliorando la fruizione del bene collettivo.
In realtà, ogni volta che con Francè son partiti lavori in città, ciò che ne è seguito sono stati autentici calvari. Ricordano in tanti cosa accadde i primi anni da sindaco quando rifece la pavimentazione di tutto Corso S. Sabino. Contrariamente all’immagine che si sforza di accreditare come uomo del fare, meglio se in fretta, spesso accade che i lavori durino un’eternità, specie in presenza di fastidiosi imprevisti per i quali si è poi costretti a rispettare procedure non sempre benaccette (gli interventi della Soprintendenza sono tra i più esorcizzati); salvo rimanere più in là senza più quattrini e dover compiere il giro delle sette chiese per trovarne di nuovi. In sintesi, un incubo che Francè non vuole vivere da solo.
A rendere più complicata la faccenda, si aggiunge una frase alquanto sibillina riportata nella delibera: indagare le porzioni di terreno nelle immediate adiacenze del mausoleo di Boemondo. Il che costituisce una sorta di tradimento dei primi obiettivi. Se lo scopo è solo quello di abbassare il piano stradale e di riportare in vista le mura perimetrali della Cattedrale, è presumibile che il tutto venga fatto senza farsi prendere troppo dalla curiosità, evitando, appunto, di indagare. Se esiste un’attività di indagine, è ipotizzabile che già si sappia in partenza cosa si sta cercando e non è detto che lo scopo non sia primariamente quello.
Qualche considerazione comunque è obbligatorio farla. E’ chiaro che la Chiesa a Canosa è fortemente interessata al patrimonio archeologico della città, spesso è presente a quasi tutti i convegni che contano ed attenta alle nuove ricerche, tanto da far pensare ad una sorta di impegno parallelo che non sfugge di apparire come quasi concorrenziale. In questi ultimi tempi, è quella che ha realizzato di più sul piano concreto, si spera con finanziamenti propri. Palazzo Minerva, ristrutturato e trasformato in museo diocesano, è un esempio fulgente, quantunque non sia ancora chiaro se la fruizione è completamente pubblica o altro, constatato che di solito è aperto chiaramente al pubblico per pochi giorni all’anno nell’androne di ingresso alla scalinata, per mostre o esposizioni che di solito hanno pochissimo a che vedere con i tesori che si fregia di ospitare.
Ora apprendiamo che un lavoro forse finalizzato alla ricerca di qualche misteriosa arca perduta, viene sovvenzionato direttamente con soldi pubblici e forse rimarrà nelle disponibilità reali della parrocchia. Uno strano caso che ricorda altri più importanti di questi giorni.

Pubblicato il 01.07.10 h 23:09
Modificato il 02.07.10 h 13:40

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