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La Sesta Provincia


Giorgio Ambrosoli
Sesta Provincia o BAT. Un'elezione di cui non si conoscono ancora tutti i candidati ed una strana campagna elettorale che sembra avere un vincitore quasi predestinato: Ventola.
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E’ già iniziata la campagna elettorale per le Provinciali del 2009, quelle che dovrebbero laureare il primo presidente della Sesta Provincia, la prima in Italia che non sia pronunciabile con il nome di una città, magari di due separate da un trattino. BAT, ovvero una sigla costruita mettendo insieme i nomi dei principali centri che la compongono: Barletta, Trani, Andria. Già che c' eravamo, forse sarebbe stato meglio mettere insieme un anagramma con le iniziali di tutti i paesi.
Un’elezione storica, se vogliamo, come miracoloso è il fatto che si sia riuscito a mettere d’accordo città segnate da antiche rivalità, nonché campanilismi. Il vincitore è di quelli destinati a rimanere annoverato nei libri di testo che i bambini studieranno alle elementari. Comprensibile, quindi, l’attivismo di qualcuno.
Al di là dell’importanza operativa di una provincia o delle sue competenze specifiche (limitate, tra l’altro, visto che un giorno sì e l’altro pure si propone di cancellarle), rimane indubbio il significato politico che qualcuno vuole collegare a queste elezioni, tanto che per la carica di presidente sembra si tratti di una sfida tra sindaci in carica o ex-sindaci, proprio come quando si va alla guerra.
Sotto questo punto di vista la BAT, a mio parere, sta nascendo malissimo, non tanto per ciò che è accaduto o sta accadendo all’interno delle segreterie dei partiti o tra le coalizioni, ma per le logiche che sottendono alla scelta dei candidati. Il fatto che primi cittadini, sia pur non incompatibili con la carica di presidente della provincia, abbiano scelto di candidarsi, non rappresenta un buon viatico per l’avvio di un ente in cui molti credono.
Il cumulo di cariche e di indennità non solo è inelegante nell’approccio con gli elettori, ma offre il destro a quanti, a questo punto a ragione, ritengono le province organismi inutili che prima o poi qualcuno spazzerà via. Le dichiarazioni di qualche candidato non aiutano a convincere l’elettore che ci sia dell'imprescindibile dentro il nuovo Palazzo e che non si tratti dell'ennesimo centro di potere. D’altronde, se qualcuno, o più di uno, ritiene di poter esercitare benissimo da solo i due ruoli, è chiaro che uno dei due incarichi non grava più di tanto sui suoi già numerosi impegni, tanto vale aiutarlo a togliere il disturbo.

Il candidato della Destra

Il nostro sindaco si è buttato a capofitto nella competizione. Vuole uscire dall’ambito angusto della realtà da strapaese, conquistare una nuova visibilità ed entrare in una assise più attraente non da peone, come spesso accade a qualche avvocaticchio di provincia quando spicca il volo, ma da capitano della squadra. Per farlo deve aver smosso mari e monti, visto che dietro di sé ha lasciato comunque una scia di gente non molto contenta. Suoi competitor sconfitti sono stati Raffaele Grimaldi dei Popolari Liberali (il micro-partito di Giovanardi, transfuga dall’UDC) ed il più blasonato Nicola Giorgino, ex UDC ora passato ad Azione di Centro, il neonato partitino personale di Pionati, molto apprezzato per aver lasciato nelle more dell’opposizione Casini ed essere approdato alla Corte di Re Silvio con il suo codazzo di questuanti ed aspiranti assessori, nonché mancati candidati presidenti di enti inutili o giù di lì. Fa nulla se qualcuno ha insinuato che dietro la candidatura di Ventola ci fosse lo zampino di Fitto o le imposizioni dei gruppi dirigenti baresi. Quando Francesco chiama, Raffaele risponde sempre. Così è stato per l’inaugurazione dell’antiquarium di San Leucio ed ora sarà per la campagna elettorale, dove il nostro già riempie le sale cinematografiche e dove Raffaele ha annunciato, alla maniera di Padron Silvio, che nel fine settimana sarà qui a dargli manforte. Dalla campagna di Sardegna alle campagne della Puglia.
I media lo apprezzano, si veda quello che sta accadendo sul web o sui giornali. Non appena annunciata la candidatura, “La Gazzetta del Mezzogiorno” gli ha dedicato quasi un’intera pagina in taglio alto e medio il 14 febbraio, mentre al Centro-Sinistra ha lasciato solo due piccolissimi spazi in taglio basso: uno dedicato a Salerno e l’altro al Partito Democratico. Il primo che annunciava di aver stretto l’alleanza con il “Movimento Italiano Disabili” e forse con la MPA, avverbio obbligatorio visto che il segretario di quest’ultima, Antonio Di Lollo, si mostrava all’oscuro dell’accaduto; il secondo dedicato al Partito Democratico ancora alla ricerca disperata e spasmodica di un candidato e forse anche di un’identità precisa.
Non è da meno Canosaweb che nel giro di pochi giorni pubblica gli itinerari dei comizi di Ventola, un pezzo autografo sulla sua idea di provincia, un’intervista a cura del direttore di Traniweb dal titolo molto allusivo: “un caffè con Ventola”.
Sullo stesse portale il PD non ci faceva per niente una bella figura. Del resto non si può nemmeno dare tutta la colpa al destino cinico e baro o ai mass-media asserviti al regime. Dalle parti del Centro-Sinistra sono solitamente molto bravi a sapersi fare del male tra di loro senza che l’efficacia ne risenta se un avversario decide di partecipare al gioco.

PD: il candidato che ancora non c’è

Nel Partito democratico la questione delle candidature se la sono tutta giocata con la mano sinistra, prima hanno fatto balenare l’idea che si potessero fare le primarie, dopo non se ne è più parlato. Per un bel po’ son rimasti tutti muti fino a quando è stata diffusa una lettera aperta dei sindaci democratici dei comuni della BAT in cui chiedevano che fosse Francesco Boccia il candidato presidente. Iniziativa strana ed inconsueta. Solitamente un candidato lo si può scegliere con le primarie, oppure lo indica la segreteria o qualche altro organo politico del partito, non accade che siano altri soggetti, non si sa bene quanto titolati, a farlo.
Un’iniziativa che lascia dubbi e perplessità molto profonde sull’organizzazione interna del Partito Democratico. Anche ciò che segue ha dell’assurdo per chi sa come funzionano gli organigrammi dei partiti: Boccia che non si pronuncia subito, ma fa sapere che una domanda simile gli era stata già fatta su face book ed aveva già risposto di no, non va certo a beneficio dell’economia elettorale del PD già scosso di suo.
Risultato ne è che ad oggi (con Ventola che riempie giornali e web di interviste, comunicazioni, appuntamenti) il PD fa parlare di sé, almeno stando a quello che si osserva dal nostro punto di vista, per fatti non propriamente incoraggianti se si spera in una campagna elettorale brillante. Vediamone qualcuno.

La campagna elettorale sul web

Quel vecchio adagio israeliano secondo il quale chi colpisce per primo colpisce due volte, lo potremmo mutuare tranquillamente per la politica. E’ indubbio che la mossa della Destra di candidare subito Ventola, ha creato un vantaggio che si allunga ogni giorno di più nei confronti del Partito Democratico nella misura in cui quest’ultimo ritarda la presentazione del suo capo-coalizione, ed altera la rappresentazione mediatica a tutto vantaggio del PDL: forse l’unica data in cui è stata rispettata una sorta di par condicio è stato il 10 febbraio, quando Ventola ha fatto il suo annuncio urbi et orbi. Nello stesso giorno il Segretario provinciale del PD, diversamente, ha diramato un comunicato con il quale ha annunciato che si stava lavorando soprattutto sul programma, ma che il 13 ed il 14 febbraio, salvo diverse indicazioni, avrebbero anche deciso chi doveva essere l’uomo incaricato di sfidare il sindaco di Canosa. Così non è stato.
Il 18 febbraio è un documento dei sindaci di centro-sinistra a chiedere che sia Francesco Boccia il candidato. Un’iniziativa molto eloquente sull’aria che si respira da quelle parti, fatta probabilmente di tensioni tra Segreteria e notabili.
Il 23 febbraio l’Italia dei Valori si sfila dalla coalizione che potrebbe appoggiare il PD e si presenta con un candidato tutto suo: De Feudis, già assessore provinciale alla cultura. Scelta forse dettata dal momento di particolare grazia che il partito di Di Pietro crede di attraversare.
Ventola presenta la sua candidatura il 26 febbraio a Spinazzola. Nel frattempo proseguono gli apparentamenti delle liste che dichiarano di volta in volta a quale coalizione si iscriveranno. Il 26 febbraio tocca alla Democrazia Cristiana ed al Nuovo PSI fare outing, la prima si schiera con Ventola anche se dal comunicato non sembra affatto un’adesione entusiastica, il secondo con Salerno.
Il 27 febbraio Ventola è già alla seconda tappa del suo tour elettorale. E' il sindaco di Canosa, ma evidentemente considera la sua città un serbatoio di voti d’ufficio. Si è già presentato a Spinazzola, adesso tocca a S. Ferdinando. Ed anche per loro ha una promessa: una struttura dedicata alla pubblica istruzione. Detta così sembra una nuova invenzione, di fatto nelle province un ufficio centrale per la scuola è sempre esistito, una volta si chiamava Provveditorato, ora CSA. Sarà questa la struttura che ha in mente Ventola e di cui evidentemente deve essergli sfuggito il nome? Sarà. Per ora l’ha comunque promessa a S. Ferdinando.
L’attività di Ventola è comunque frenetica. L’ultimo giorno del mese più corto viene intervistato da Traniweb in una rubrica intitolata “Un caffè con…”
L’intervista sembra la fiera delle ovvietà. A domande incredibili del tipo da dove cominciare in una provincia che nasce, che si potrebbero chiudere con una risposta di tre parole (dalla campagna elettorale), Ventola riesce perfino a proporsi come una sorta di super-sindaco che vorrebbe coordinare i comuni, ignorando che ognuno ha le sue prerogative e le sue precise responsabilità.
Alla seconda domanda Ventola va a nozze. Si parla di soldi, di personale, di ripartizione della dote che la BAT dovrebbe ereditare dalle due province madri. La tecnica è quella collaudatissima di accollare le colpe agli altri. Definisce le province cedenti matrigne, accusandole di inadempienze di fronte ad obblighi di legge. Ovviamente, delle due salva quella di Foggia (retta dalla Destra) ed affossa quella di Bari. Divella, oltre che essere di centro-sinistra, è anche un suo vecchio nemico ed ogni occasione è buona per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. L’intervistatore tenta di incalzarlo e gli fa una domanda di quelle che ti lasciano con le spalle al muro, considerate alcune tradizionali posizioni del Centro-Destra. Cosa si guadagna da un ente ritenuto inutile? Ventola glissa, o meglio non contraddice l’inutilità dell’ente, solo ne scarica le responsabilità sugli attuali amministratori. In realtà ricorda bene le uniche competenze che avrebbe: la manutenzione degli edifici scolastici, le strade provinciali, la tutela ed il rispetto dell’ambiente facendo riferimento alle discariche di rifiuti speciali. Magicamente ha trovato il colpevole per tutti i guai del territorio canosino, la distanza da Bari che significherebbe vivere alla periferia dell’impero con limitazione dell’autodeterminazione di un popolo. Parola grossa che fa pensare a ben altri contesti storici. Ma Ventola è fatto così, tende sempre ad esagerare, nel bene o nel male. Promette di restituirla ai cittadini, ma rimane incomprensibile come mai da Sindaco non abbia messo mai nero su bianco un parere negativo sulle discariche di Contrada Tufarelle.

Il 2 marzo il candidato Salerno dichiara che il Movimento Italiano Disabili farà parte della sua coalizione, e siamo a tre dopo UDC e Nuovo PSI. Il 4 marzo si aggrega il Partito dei Pensionati che in un comunicato ad opera del suo segretario, rivela quali sono stati i motivi per i quali hanno rotto a Canosa con la Giunta Ventola: la negazione di un assessore promesso in campagna elettorale.
Sempre nello stesso giorno il PD sembra quasi nella bufera. Del Vecchio, componente dell’Assemblea, emette un comunicato shock in cui accusa il PD “interessato più a logiche di campanilismo” che ad “una visione politico-strategica alta e di lungo respiro”. Conclude chiedendo le primarie. Traduzione: il PD non sa cosa fare e chi candidare, probabilmente tenterà una guerra di posizione più che di movimento, portando una personalità che possa raccogliere il maggior numero di voti nelle città più popolate.
Nello stesso giorno un’improvvida lettera del Segretario del circolo canosino del PD scatena una ridda di polemiche. Non si comprende bene se lo abbia fatto per ironia o altro, ma nel titolo è riportato che ha rimproverato il capogruppo al comune. Nuova polemica tutta paesana, ma del candidato alle Provinciali ancora nulla si sa.

Pubblicato il 08.03.09 h 21:10
Modificato il 30.10.09 h 11:32

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