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Dote primi nati e assegno di cura


Giorgio Ambrosoli
La storia infinita di un sostegno alla povertà ed ai neo-genitori che a distanza di più di due anni non sembra arrivare in porto.
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Sicuramente nell’inconscio di quanti attendono aiuti dagli uffici comunali, quello di Piano è l’ufficio che più turba i sonni dei nostri cittadini, e a qualcuno sta procurando serie arrabbiature. Il caso ha voluto che la neonata, anch’essa, amministrazione Vendola (parliamo del Presidente della Regione Puglia), insediatasi nel 2005 dopo aver vinto le elezioni, stanziasse nel 2006 la cifra non trascurabile di 15 milioni di euro come misura di contrasto alla povertà; 10 milioni di euro come risorse destinate a limitare le difficoltà dei soggetti non autosufficienti (assegno di cura) e 5 milioni di euro ad aiutare le coppie che avevano assunto la responsabilità genitoriale per bambini di età compresa tra 0 e 36 mesi (dote per i nuovi nati). I soldi vengono ripartiti tra tutti i comuni della Regione Puglia, a gestirli saranno gli assessorati alle politiche sociali dei singoli comuni. Responsabili del procedimento diventano gli Uffici di Piano.
I Comuni vengono sudivisi in ambiti territoriali in base alla loro popolazione. A Canosa tocca essere capofila dell’ambito che comprende anche Spinazzola e Minervino. Loro compito è quello di decidere i criteri per la formulazione delle graduatorie, nonché la ripartizione delle risorse. Ovviamente la Regione fissava già le linee guida per farlo, veniva lasciata una qualche autonomia agli ambiti nel modificare i coefficienti, nel caso avessero voluto, di attribuzione delle spese sostenute dai cittadini richiedenti. L’ambito con a capo Canosa decise di non farlo, lasciando che rimanessero completamente validi quelli suggeriti dalla Regione.
Le domande si potevano presentare da maarzo a Maggio 2007, data comunque in linea con quella di emissione dell’avviso pubblico del novembre 2006. Forse queste date sono le ultime a presentare un discreto livello di congruità con la ragionevolezza dei tempi con i quali si ritiene che una pratica amministrativa possa essere espletata. Quello che segue, a partire dal maggio 2007, è una sorta di commedia degli equivoci in cui si sovrappongono ritardi incredibili e forse volontarie indecisioni, scarico di responsabilità, procrastinazioni, forse conflitti interni tra gli uffici. Procediamo con ordine. Il Comune di Canosa preferisce avvalersi di un tutor, messo a disposizione dalla Regione, per l’istruzione delle pratiche. E’ la sig.ra Pellegrino della Formez. Non tutti i comuni ricorrono a consulenti esterni, alcuni di loro faranno da soli con risultati addirittura migliori di quelli aiutati, perfino a fronte di un maggior numero di domande da esaminare come è accaduto a Barletta.

Le domande pervenute a Canosa sono circa 350. Le operazioni non sono così veloci, però, nonostante fossero assistiti dall’informatica, che (come vedremo in seguito) diventa l’occasione per rallentare i lavori piuttosto che accelerarli. L’attività congiunta tra funzionari del Comune e consulenti produce risultati dopo circa un anno di lavoro (ritmo di lavorazione: meno di una pratica al giorno).
La prima graduatoria (quella provvisoria) viene stilata dopo un anno ed un mese, la data di affissione all’Albo pretorio è del 18 giugno 2008. Ci rimarrà fino al 12 luglio. Nel mentre, per chi ha necessità di quei fondi, il Comune si mostra completamente deficitario nel far fronte alle esigenze di chiarezza e trasparenza verso i cittadini. Chi vuole informarsi sullo stato della pratica deve passare per le forche caudine. Ovunque si chiamasse, Ufficio di Piano o dirigente del III Settore, la risposta era come una litania: la pratica è in mano ad una funzionaria della Regione Puglia, non possiamo farci niente. In realtà non era affatto così. Quella che loro chiamavano funzionaria era semplicemente una consulente esterna ed il fatto che i dati fossero caricati in un file di un computer non nella disponibilità del Comune, non esimeva affatto il responsabile della procedura dal fornire spiegazioni o chiarimenti ai cittadini interessati; inoltre è ben strano che dati classificati come sensibili siano di fatto esclusivi di un ente privato esterno alla Pubblica Amministrazione, il tutto elargito con incredibile non chalance non da uno, ma da due funzionari comunali.

Lo scoglio della graduatoria provvisoria non risulta ancora l’approdo finale, ne rimane prima di arrivare a percepire quanto di diritto. Qualcuno potrebbe fare ricorso, bisogna poi valutarli e disporre quelle finali. Quanto tempo occorre ancora? Difficile a sapersi. La Regione, infatti, non ha fissato limiti temporali nella legge. Teoricamente i comuni potrebbero rimandare sine die la pratica, oramai è solo una questione politica, non essendoci prescrizioni precise di legge.
Nel frattempo accade di tutto. Agli inferociti cittadini che chiamano alternativamente Ufficio di Piano e Dirigente del III Settore, vengono fornite le spiegazioni più incredibili. In un caso si afferma perfino che la causa di tutti i mancati ritardi ricadrebbe sempre sulla consulente della Formez, secondo alcune voci sposata da poco e addirittura in stato interessante, lasciando intendere che si sarebbe andati per le lunghe, non mancando di rassicurare: i soldi sono sempre lì.
Ci sono le elezioni e Berlusconi rivince, uno dei primi atti del nuovo governo è proprio quello, guarda caso, di cancellare tutti i precari dalla Pubblica Amministrazione. Alla Formez, invece, scade il contratto, non più rinnovato, per cui tecnicamente non potrebbero più occuparsi del caso. Non cambia la litania fornita ai sollecitatori, con la variante che ora qualcuno dovrebbe recarsi a casa della sig.ra Pellegrino o, chissà, ospitarla nella propria per una giornata intera, per tentare di chiudere la graduatoria finale. Nel caso della dote per i primi nati il ricorso è uno solo, i guai maggiori sembrerebbe ci siano per l’assegno di cura.
Nel frattempo non manca di scatenarsi un’autentica bufera politica in cui i Servizi sociali vengono più volte attaccati anche sulla carta stampata, una partita grossa che riguarda l’intera gestione del servizio, dalle assistenti sociali con contratto a termine scaduto e non più rinnovato che si scopre hanno svolto in maniera preponderante normali attività d’ufficio, piuttosto quello per le quali erano state assunte; al fallimento di uno strano tentativo di stabilizzazione surrettizia delle stesse tramite creazione di un consorzio. In altre parole, un autentico guazzabuglio. Il 1 dicembre 2008 finalmente si approva la graduatoria finale, dopo circa sei mesi impiegati per valutare i ricorsi: determina di Piano n. 136.
Arrivano i soldi? Macché. Si scatena una nuova bagarre procedurale. Secondo un’interpretazione pedissequa della legge regionale, requisito acché i genitori dei bambini fino a 36 mesi possano accedere al beneficio è che sia valida questa condizione alla data di affissione delle graduatorie. Ma il tempo è inesorabilmente passato e molti di quei bambini hanno superato l’età limite. Che si fa allora? Il Comune non intende assumersi responsabilità, anche se buona parte dei ritardi sono proprio imputabili alla loro disorganizzazione. Emette un quesito di chiarimento agli uffici della Regione Puglia: si deve prendere in considerazione proprio la data di chiusura delle graduatorie? E’ passato più di un anno e mezzo da allora.
Ovviamente la Regione non potrebbe mai confermare tale tesi, significherebbe ributtare tutto nel caos e ridurre gli aventi diritto a pochissime unità. Dà la risposta che tutti si attendevano, ovvero le graduatorie sono valide così come sono state formulate.
Convalidate le graduatorie rimane da espletare l’ultimo atto di tutto l’iter, la verifica della documentazione, onde consentire l’emissione dei mandati di pagamento. L’Ufficiodi Piano convoca il 30 dicembre 2008 quelli che per la graduatoria sarebbero gli aventi diritto, lasciando come termine (si presume ultimo) l’otto gennaio 2009 per le eventuali integrazioni di documenti richiesti, ma non ancora allegati. Ebbene, alla fine di Febbraio all’Ufficio di Piano non sanno più cosa inventarsi per giustificare gli ulteriori ritardi. Sta di fatto che qualcuno vorrebbe organizzarsi addirittura in un comitato per far pressione affinché un diritto rimanga tale. Qualcun'altro nel frattempo ha cominciato a ragionare ed ha posto il seguente quesito: la Regione Puglia ha finanziato il Comune di Canosa con una somma di € 62.000,00 (dote per i nuovi nati) e di € 127.000,00 (assegno di cura) rimasti, si presume, depositati in qualche conto. Tali fondi hanno prodotto sicuramente interessi. Chi li ha intascati? Non è peregrina l’idea che poi qualcuno possa ricorrere alla Procura della Corte dei Conti per destare maggiori attenzioni sull’argomento.
Altri si ritengono letteralmente indignati dalle performance della nostra burocrazia, al punto da non preoccuparsi minimamente del fatto che fondi stanziati per il contrasto alla povertà non possono essere erogati con ritardi così lunghi. Ci sono di mezzo famiglie in stato di effettivo bisogno, coppie a cui viene concesso un contributo per mantenere figli piccolissimi.
Su tutta la questione, che sembra avere risvolti solo tecnici e burocratici, grava come una cappa di piombo la politica, ovvero l’Amministrazione comunale, ovvero l’Assessore alle Politiche sociali, ovvero il Sindaco. Possibile che a tutti questi signori i fatti scivolino addosso senza destare il benché minimo stupore, il più debole afflato di solidarietà nei confronti di chi non gode di opportunità speciali? Evidentemente no.
Un sospetto molto forte che qualcuno ha avuto di recente è che l’Ufficio di Piano si stia comportando in maniera funzionale alle aspettative del Sindaco. A giugno Ventola conta di sommare incarichi e stipendi facendosi eleggere presidente della provincia BAT. Se gli assegni di cura e le doti per i primi nati assegnati nel 2006, ed ancora nelle disponibilità delle casse comunali, dovessero essere erogati giusto un mese prima delle elezioni, sarebbe innegabile l’effetto spot che ne deriverebbe nel pieno di una competizione elettorale. Potrebbe così allungare l’elenco delle cose di cui vantarsi come proprie. Non è da escludere. Di certo è necessaria la complicità di funzionari e dirigenti comunali, non politicizzati solo in teoria. Ciò che è accaduto ha infatti dimostrato l’esatto contrario. Difficilmente qualcuno di loro si opporrebbe alla volontà del Ventola, a costo di finire nei guai perfino personalmente. Possibilità che non esiste solo nel campo delle probabilità, non dimentichiamo che il dott. Pontino, dirigente del III Settore, ha già a suo carico una condanna a dieci mesi rimediata in primo grado in allegra compagnia del sindaco e di altri che all’epoca erano assessori. I fatti si riferivano ad altri affari, ma le dinamiche e i rapporti di forza o sudditanza sono sempre quelli.

Pubblicato il 02.03.09 h 00:09
Modificato il 25.11.09 h 11:32

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