Fantapolitica - Nervi a fior di pelle

Canosa 11.12.08. A Palazzo S. Francesco è stato convocato il Consiglio comunale in seduta straordinaria con richiesta dei soli consiglieri d’opposizione. Il punto all’ordine del giorno è la nomina della Commissione urbanistica. Di primo acchito sembra uno di quei consigli che si concluderanno rapidamente per mancanza del numero legale, essendo la maggioranza non interessata, almeno per ora, alla nomina della commissione. Invece gli stessi non sembrano essere di tale avviso, nonostante una buona fetta di amministrazione è già presa da altri impegni, forse in previsione delle imminenti vacanze natalizie. Del Sindaco si saprà dopo che è impegnato in una sorta di tour fra le parrocchie, questa sera tocca a quella di Santa Teresa.
La maggioranza sul punto è intenzionata a non decidere, ritiene che sia opportuno trattare l’argomento in un secondo tempo. Ritiene, anche se la lettura dello Statuto comunale non sembra darle ragione, che sarebbe meglio discutere l’argomento quando verrà portato all’ordine del giorno insieme alla proposta fatta da 20 consiglieri di modifica di alcuni punti dello Statuto. In altre parole si sta tentando di mandare via il Presidente del Consiglio modificando i punti dello Statuto comunale che ne disciplinano la rimozione.
Discutere di Commissione urbanistica in un ambito in cui l’urbanistica sembra più un termine burocratico che una scienza, è quanto meno avventuroso in un contesto come quello dell’attuale consiglio comunale. Ancora una volta mi ritrovo di fronte ad un mesto spettacolo, dove l’Amministrazione è chiamata a rispondere su un tema di rilevanza non trascurabile e puntualmente si ritrova sguarnita, difesa da un unico consigliere comunale che questa volta si lascia andare ad esternazioni molto al di sopra delle righe e con toni raramente udibili in un contesto formale, al punto da arrivare alle offese personali, alle contumelie, fino a rischiare lo scontro fisico con inevitabile carico di querele.
Al di là delle motivazioni personali che possono spingere un consigliere a diventare preda di una crisi di nervi, resta il fatto che l’incapacità a restare calmi ed a saper dominare le emozioni nasconde una crisi politica non trascurabile. Quello che sostiene il Sindaco Ventola è uno schieramento mai stato così vasto, fino a ridurre l’opposizione ad un mero ruolo di testimonianza prima ancora che di rappresentanza. Eppure sembra quasi che Amministrazione e maggioranza si incartino ogni volta di più. Le intemperanze verbali sempre più intense e frequenti del consigliere Lovino, sono la cartina di tornasole di questo malessere interno che potremmo definire crisi di progettualità. E’ già più di un consiglio comunale che a Sindaco ed assessori non ne va più bene una ed ogni volta le difficoltà a rispondere alle interpellanze dell’opposizione rischiano di provocare seri sconquassi. Gli unici consigli dove finora non si è rischiato sono quelli in cui si è stati chiamati a ratificare deliberazioni di routine, ogni volta che il tema si fa un tantino scottante son dolori per tutti. Tanto per citare qualche caso: defenestrazione del Presidente del Consiglio Pizzuto, mozione sullo stato della Polizia municipale, costituzione del consorzio di assistenti sociali, risposte in merito a Contrada Tufarelle. Una debacle totale. Ogni giorno porta la sua pena. A ciò si aggiunge una non più spumeggiante creatività del nostro sindaco in materia di lavori pubblici, il vero motivo che lo aveva riportato alla rielezione con percentuale bulgara. Le piazze ormai sono state rifatte tutte, la fontana di Piazza della Repubblica, ultimo monumento alle sindacature comuniste del passato, è stata rimossa e trasformata. Vecchi progetti avviati nella precedente amministrazione languono: il teatro D’Ambra in perenne restauro dopo un’acquisizione milionaria a debito da parte del Comune; la zona artigianale propagandata all’epoca a suon di fanfare e ormai grande opera incompiuta; il San Giorgio Village che doveva portare ricchezza e benessere, finito in un cono d’ombra; il parco eolico promesso in campagna elettorale, anche se tra le perplessità di molti canosini ancora intenti a scoprire il vento per far girare quegli enormi mulinelli, diventato una chimera; il Museo nazionale prima promesso e poi dimenticato. Le uniche opere che hanno avuto un certo successo sono quelle su cui l’Amministrazione ha posto un chiarissimo veto per non realizzarle, ad esempio il Parco dell’Ofanto.
Una riconferma che il Ventola tende a giocarsi questa amministrazione con la mano sinistra, un po’ per oggettive difficoltà (non è semplice fare il Sindaco sotto un governo come quello attuale), un po’ per malcelate altre ambizioni (in Aprile si parlò di dimissioni pilotate per un posto addirittura da onorevole, ora sono insistenti le voci che lo portano come candidato del PDL alle provinciali). Quello che dura e che forse rappresenterà una eredità per più di uno è il suo metodo, che sopravvive, quell’appaltare ai privati tutto l’appaltabile, quell’assecondare i poteri economici oltre ogni misura. Mai si era vista a Canosa tanta fioritura di aree edificabili e tanta violazione di siti che per decenni sono rimasti intatti. In questo Ventola è un autentico campione.

Pubblicato il 15.12.08 h 23:34
Modificato il 25.11.09 h 11:27

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