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Bleu minaccia di non pagare

Capita proprio alla vigilia di un bilancio previsionale già in sé critico che Bleu s.r.l. decida di non versare al Comune le royalty per le discariche. Lo fa con una lettera scritta di un suo legale dai toni piuttosto minacciosi.

A Palazzo S. Francesco non si dissimula un certo imbarazzo, specie in un periodo delicatissimo come questo, ma il fatto che la Bleu s.r.l. dei Maio non avesse preso affatto bene la delibera n. 9 del 23 luglio 2012 era nel novero delle cose possibili (anzi accertate), al punto che in questi giorni Dueparole.eu ha avuto modo di prendere visione di una lettera giunta all’indirizzo del sindaco, degli assessori, dei consiglieri e dei dirigenti comunali competenti.
Con un logo rassicurante in alto a sinistra (la scritta Bleu su campo colorato in mezzo ad una fila di alberi, sormontata da un volo di uccelli) ed una frase di Winston Churchill che paragona l’imprenditore ad “un robusto cavallo che traina un carro molto pesante” , il dott. Maio ed il suo avvocato riportano in oggetto un perentorio quanto minaccioso “Invito ad adempiere”.
La lunga premessa prende le mosse dal lontano 1993, più precisamente in gennaio, quando addirittura con una semplice delibera di giunta si “affidava alla Bleu s.r.l. l’incarico di realizzare e gestire una discarica di rifiuti urbani e assimilabili agli urbani”, cosa che poi, mutatis mutandis, si è trasformata in altro. Una storia che potrebbe sembrare distante anni luce da noi, specie ora che le priorità sono altre e diverso è l’approccio alle tematiche ambientali, in particolare quelle sulla gestione dei rifiuti. Ma tant’è. Certe vicende hanno sempre inizi piuttosto comuni, quasi banali, per poi deflagrare fragorosamente. La situazione di oggi non è assolutamente allegra, e si prevede, come in passato, un cospicuo ricorso alla carta bollata, Maio si fa forza di un accordo dal quale fa discendere tutte le sue argomentazioni, compreso l’invito ad adempiere: un atto transattivo del 30 marzo 1999, la sua assicurazione. Non lo descrive minuziosamente, ma si capisce che quello a cui è maggiormente interessato è l’ impegno dell’ente a valutare positivamente e a rilasciare i pareri di propria esclusiva competenza, nel caso in cui la società presentasse istanza alla Provincia di Bari per l’ampliamento della discarica sulle particelle n. 12 – 198 – 199 – 57. E Maio, come Mefistofele con Faust, ci tiene ad agitare le carte e a ricordare i patti, specie se scomodi per la controparte. Tra questi, quanto previsto alla lettera b dell’art. 1 dell’accordo transattivo, lì dove “il Comune di Canosa di Puglia, inoltre, si impegna, fin d ora, a valutare positivamente e a rilasciare i pareri alla localizzazione e le concessioni edilizie, ove necessarie, di propria esclusiva competenza, purché compatibili con la legislazione vigente, nell’ipotesi in cui la ditta Bleu s.r.l. presenti istanza all’Amministrazione Provinciale di Bari per l’ammodernamento della discarica e l’ampliamento della stessa sulle particelle 12 – 198 – 199 e 57, confinanti con tali discarica e non si opporrà in caso di ottenimento delle relative autorizzazioni”.




Posto così, il robusto cavallo potrebbe anche reclamare a ragione, ma è quanto accaduto dopo che lascia perplessi, perché Maio non se ne è stato con le mani in mano. Se l’atto transattivo è del 1999, accade invece che nel 2008 un’altra società, quasi omonima, la Blue s.r.l., chieda un procedimento di valutazione di impatto ambientale per una discarica, verosimilmente altra rispetto a quella già gestita dalla Bleu s.r.l., ma con la curiosa circostanza che la famigerata particella 12 (una di quelle su cui Maio prevedeva ampliamenti) ricade, questa volta, in un altro progetto (o forse lo stesso sotto mentite spoglie): quello della Blue s.r.l.; con l’aggravante che il grosso della nuova discarica non sarebbe più soggetta ad autorizzazioni canosine, ricadente quest’ultima quasi tutta nell’agro di Minervino Murge.
Quello di cui si inizia a parlare nel 2008 è un ecomostro di 204.156 metri quadri di estensione con una capacità netta pari a 3.800.000 metri cubici; un numero spaventoso, pari alla capacità residua dell’intera regione Puglia. Per una serie svariate di ragioni, il Consiglio comunale dell’epoca vota contro all’unanimità.
La storia non finisce lì, la pratica di autorizzazione è tuttora in corso ed a settembre di quest’anno è prevista una nuova conferenza di servizi, non si sa quanto ultimativa. Qualcosa, nel frattempo, è cambiato nell’assetto proprietario della Blue s.r.l. Il 29 giugno del 2010, l’amministratore unico della Bleu s.r.l. fa sapere al Comune di Canosa di P. di aver acquisito il ramo d’azienda commerciale della Blue s.r.l., quello della nuova mega-discarica. Se fino a prima di allora scrivere Blue e leggere Bleu era un mero sospetto, da quel giorno diventa un fatto conclamato. E la Bleu ci tiene subito a far sapere che data la contiguità della vecchia discarica con la nuova, non ha più senso parlare di nuovo impianto, piuttosto di ampliamento del precedente. In altre parole Maio passa già all’incasso e porta per acquisito il parere favorevole del Comune, in virtù del vecchio accordo transattivo.

In realtà, la Bleu compie un paio di forzature. La prima quando sostiene che vecchia e nuova discarica siano tutt’uno, sul piano giuridico e anche tecnico. L’atto transattivo, come riportato da Maio, comportava sì l’asserzione all’ampliamento, ma ad un ambito del tutto limitato costituito dalle particelle menzionate, né si può obiettare che non potendo, l’amministrazione canosina, pronunciarsi su un territorio – quello di Minervino – non di sua giurisdizione, era da ritenersi chiusa lì la partita tra la Bleu e il Comune di Canosa. Un amministratore, un consigliere è comunque e sempre un soggetto politico che risponde ai cittadini delle sue azioni. Per farlo deve essere consapevole delle sue scelte ed avere disponibili tutti gli elementi che consentono di deliberare nella maniera più compiuta e serena. L’intenzione di Maio di estendere la discarica alle particelle minervinesi non era nota all’epoca, o quantomeno non era stata esplicitata. L’atto transattivo è avvenuto all’interno di un quadro diverso da quello prospettato oggi, è chiaro che il punto che egli invoca non può avere validità estensiva, caricherebbe gli amministratori dell’epoca di una responsabilità politica e morale della quale non potevano avere coscienza.
La seconda forzatura riguarda il preteso riconoscimento di ampliamento alla nuova discarica. C’è un punto che contraddice questa tesi, è la determinazione dirigenziale n. 108 del 20 febbraio 2012 del Servizio Assetto del Territorio, con la quale si introducono due prescrizioni fondamentali che alterano la natura stessa della discarica: il divieto di conferimento di rifiuti biodegradabili e, di conseguenza, di realizzazione di un impianto di recupero del biogas, condizioni non previste nel progetto presentato dalla Bleu s.r.l. e che dal punto di vista impiantistico e funzionale differenziano la nuova discarica dalla vecchia rendendole disomogenee. Si sarebbe potuto logicamente parlare di ampliamento se tali prescrizioni non fossero state introdotte e il progetto approvato fosse stato quello originale.
Ma le argomentazioni che interessano Maio sono di tutt’altra natura. Lui è interessato alla sola particella 12, una cava ancora in attività che cesserà nel 2013, e se la prende con i sindaci succedutisi e con i dirigenti, rei di aver tenuto un atteggiamento quantomeno ambiguo mentre incassavano le royalty, “il flusso trimestrale costante di importanti somme, che in mancanza, con ogni probabilità, avrebbero causato la dichiarazione di dissesto del civico Ente”.
Quello dei flussi di danaro in entrata al Comune come proventi delle attività della Bleu s.r.l., ricorre più di una volta nella lettera di Maio, sempre a sottolineare che senza di quelli il bilancio non si chiude. E alla fine è su quel dente che la lingua batte, quando dichiara di non voler più corrispondere le somme dovute, farsi restituire una cifra drammaticamente esagerata (5.601.508,12 euro) e di farsi pagare i rifiuti smaltiti a titolo gratuito dal Comune di Canosa di P. negli anni scorsi con una fattura di prossima emissione. Secondo gli avvocati di Maio, l’aver semplicemente espresso parere negativo sulla particella 12, costituisce una rescissione di fatto dalle clausole previste nell’atto transattivo, pertanto Bleu può sentirsi libera di ritirarsi dai suoi impegni e farsi rimborsare del pregresso già versato. In parole povere un bagno di sangue, almeno questo è quanto Maio minaccia, senza non far pesare la possibilità di un ricorso alla Corte dei Conti “affinché valuti se, la denunciata inadempienza, con i conseguenti futuri mancati introiti e la ripetizione di quanto già negli anni incassato, è causa di danno per le casse comunali e dei cittadini di Canosa di Puglia”.
Di certo ai cittadini di Canosa di Puglia interesserà la propria salute prima dei soldi che Maio versa al Comune, e non è chiaro a quale titolo si arroghi il diritto di parlare in loro vece o farsi rappresentante interessato dei loro interessi. L’idea di Bleu di ricorrere alla Corte dei Conti ha qualcosa di grottesco. Quelli minacciati, in realtà, sono gli interessi di Bleu, che rischia di rimanere senza lavoro per i prossimi dieci anni se in Conferenza di Servizi il progetto dovesse essere bocciato. L’esortazione, ma potrebbe essere presa anche per una nemmeno tanto sottile minaccia, è finalizzata ad un disegno ben noto, per la cui realizzazione si segue un canovaccio nemmeno tanto sottile: rendere palpabile il rischio di non poter chiudere il bilancio previsionale, impedendo alla Ragioneria di trascrivere tra gli accertamenti i quasi 700 mila euro che Maio dovrebbe versare ogni anno nelle esangui casse comunali. Ipotesi che piace tanto all’ex-sindaco Francè, che si frega le mani ogni giorno di più e spera nel capitombolo contabile per ridare fiato ad alcune sue per niente celate velleità.
In realtà, le somme che Bleu versa - riportate tra i proventi diversi al titolo 3050940 del bilancio - non sono quelle di cui si parla, e adocchiando i bilanci si scopre che Maio non è propriamente ciò che si definisce un buon pagatore. I 700 mila euro sono un mito, non sono mai stati tanti. Secondo i dati del rendiconto 2011 del Comune di Canosa di P., Bleu avrebbe dovuto versare, per quell’anno, 483.005,18 euro, e 512.047, 93 euro di arretrati. Ebbene, al 31 dicembre solo 480.993,04 euro degli arretrati sono stati realmente incassati, mentre più di mezzo milione di euro è il debito di Bleu verso il Comune di Canosa.
Da documenti ufficiali la Ragioneria ha già provveduto, con straordinario quanto sospetto tempismo, a registrare tra le minori entrate i 483.005,18 euro che Bleu versa annualmente, creando una possibile situazione deficitaria. Il fatto stupisce. Mi sarei atteso maggiore spregiudicatezza da parte dell’amministrazione, una forma di neutralizzazione della lettera di Maio con l’apertura di un contenzioso seguito da un’ingiunzione di pagamento e dalla minaccia di pignoramento della discarica. Invece debbo prendere atto di una certa arrendevolezza.

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 07/09/2012 h 23:51:09
Modificato il 15/01/2014 h 13:30:28

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