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Francè batte cassa

Non deve essere un bel momento per Ventola. Vicino alle amministrative chiede un anticipo al tesoriere mentre due dipendenti vengono sospesi per appropriazione indebita. Si stima un danno di mezzo milione di Euro.

Francè che declama dai palchi la sanità dei bilanci comunali, sta per diventare un ricordo o una bufala. A fine secondo mandato, il sindaco più eletto dai canosini di per certo non sta per lasciare una tranquilla eredità al suo successore. L’approvazione del rendiconto sarà compito, con tutta probabilità, del futuro Primo cittadino e non sarà una gradita sorpresa, v’è da esserne certi.
Delle segrete carte ancora nulla si sa. Dirigenti, funzionari e assessori non lasciano trapelare alcunché, ma in questi giorni sono apparse all’Albo Pretorio on-line due delibere di Giunta ( la n. 16 e la n. 17 ) discusse ed approvate il 2 febbraio 2012. In sostanza, prescindendo dai tecnicismi, il Comune ha chiesto al proprio tesoriere (la filiale locale della Banca Popolare di Bari) l’anticipazione della discreta sommetta di 4.576.617,77 €, ovvero i tre dodicesimi degli accertamenti dei primi tre titoli di entrata dell’ultimo rendiconto approvato, quello del 2010. In buona sostanza, Francè chiede che un quarto di quanto il Comune ha sperato di incassare l’ultima volta, gli venga liquidato subito dalla banca con relativo aggravio di interessi. Un’operazione tecnica di inizio anno o la plastica dimostrazione che le casse comunali sono vuote?
Chiarimenti in questo senso dovrebbero arrivare dall’Amministrazione, qualora qualche consigliere di opposizione avrebbe l’ardire di osare. Ma al momento tutto tace, anzi da quelle parti sembrano essersene non accorti. Eppure fino ad un anno fa la situazione era sicuramente meno triste. La relazione dei revisori dei conti riportava un saldo di cassa di tutto rispetto: 9.760.263,83 € che, se mantenuto tale, avrebbe consentito di reggere egregiamente gli impegni dei primi mesi di quest’anno. Invece il Comune chiede l’apertura di questa sorta di linea di credito, forse per la particolarità del 2012. Quest’anno si vota e si sa che in periodi elettorali il controllo della spesa diventa più blando, disporre di una discreta riserva di capitali può tornare molto utile, specie quando il suffragio è a maggio e con qualche sforzo si può evitare di chiudere i bilanci prima di quella data, e dopo chi vivrà, vedrà. Denaro fresco per far fronte alla miriade di lavori pubblici elettorali che già bussano alle porte. Per ora son ripartiti con il rifacimento della pavimentazione di Corso S. Sabino. Questa volta sono stati un tantino audaci. Dopo anni di interventi manutentivi per ripristinare basole che inevitabilmente si sconnettevano, Francè si è deciso a contraddire il se stesso di dieci anni fa, quando prometteva che mai e poi mai avrebbe scontentato i commercianti istituendo la deprecatissima isola pedonale, la stessa che il suo predecessore aveva tentato, senza successo, di realizzare.



E’ stato costretto a capitolare. Si è inventato un referendum on-line di bella posta, qualche incontro pubblico ed il gioco è fatto, la nuova opera l’ha tirata fuori come un coniglio dal cappello, sarà rialzata, con il piano strada allo stesso livello di quello del marciapiede come tutte le isole pedonali che si rispettino. Costa però e bisogna fare presto. Per ora ha fatto sapere che i soldi ci sono già, sono quelli del sempiterno piano di recupero del Rione Castello, un ectoplasma che ogni tanto riappare ma che mai riesce a trovare autentica materializzazione. Nel frattempo si è messo al sicuro facendosi anticipare qualche milione sperando di non scassare oltremodo i conti.


P. S.: è di questi giorni una notizia che si sta cercando di tenere sotto silenzio il più possibile. Fonti attendibili hanno riferito che due impiegati dell’Ufficio Economato sarebbero stati sospesi dal lavoro e dalla retribuzione per sei mesi: appropriazione indebita, un reato per il quale si attende anche un atto formale di querela. Secondo chi accusa, versamenti in contanti effettuati dai cittadini finivano nelle loro tasche anziché nelle casse comunali. Ad insospettirsi è stata una loro collega alla quale erano stati negati i fondi per acquistare una stampante per l’ufficio, i due avevano addotto una motivazione poco realistica: mancavano i soldi. La stessa, lavorando in un ufficio direttamente in relazione con l’economato ed avendo contezza della quantità di denaro che veniva movimentato, ha voluto vederci chiaro sollecitando un’ispezione interna dalla quale sono emerse irregolarità tali da rendere evidenti e palesi le loro responsabilità. A ciò è seguito un provvedimento amministrativo del Segretario generale. Sembrerebbe che questa situazione sia molto dispiaciuta a Francè, che, stando ad alcune voci, avrebbe preferito una soluzione molto meno rumorosa e indolore; preoccupato, forse, delle conseguenze che un tale scandalo potrebbe avere sulla campagna elettorale prossima ventura. E non sarebbe il primo a distanza così ravvicinata, visto che Francè recentemente è tornato alla ribalta delle cronache per l’ennesima assunzione bizzarra alla Provincia. In fatto di proliferazione di posti di lavoro è paragonabile solo al Gesù della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Questa volta è toccato alla figlia del sindaco di Corato finire nel pletorico staff del presidente, con un contratto a tempo determinato fino a quando Francè reggerà la carica. La ragazza non aveva superato i test del concorso ordinario, ma deve essersi rivelata brillantissima nel colloquio con Francè. E’ vero che le prove orali vengono filmate se il candidato non si oppone, ma è altrettanto vero che l’ultima parola, in questo tipo di bando, è sempre del Presidente della Provincia – cioè Francè - con amplissimo margine di discrezionalità annesso, visto che i candidati a diventare componenti del suo staff devono piacere soprattutto a lui.
Il fatto che la candidata vincente fosse la figlia di un collega di Francè, ha suscitato legittimi sospetti, subito smontati dal padre della fanciulla, che ha criticato chi lo criticava denunciando il polverone sollevato come un atto discriminatorio nei confronti della sua prole. Perché mai – sostiene il sindaco di Corato – una ragazza giovane e brava non potrebbe essere assunta per via delle sue origini? Un caso che ricorda quello della maggiorata fisica, quando il suo avvocato, durante un processo, rivendicava per essa le stesse attenuanti riservate al minorato fisico.

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 29/08/2012 h 18:58:43
Modificato il 05/06/2013 h 23:07:38

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