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Il nuovo segretario regionale del Pd Domenico De Santis propone, come suo primo atto, il superamento del vecchio statuto per far posto a uno tutto nuovo che rivaluta completamente il ruolo delle civiche, in ossequio al Governatore, di cui è stato vicecapo Gabinetto.

24 luglio 2023, Assemblea regionale del PD a Trani. Il punto più importante è la presentazione e la discussione del nuovo statuto regionale. Gli articoli che innescano la discussione e le critiche interne più forti sono quelli che riguardano il rapporto con le liste civiche, assimilate a propaggini privilegiate del partito; tanto che a loro sono riservate candidature nelle liste a qualsiasi livello (locale, regionale, nazionale, europeo) e contributi notevoli alla discussione interna che possono influenzare, e non poco, la scelta dei segretari e dei gruppi dirigenti. Vediamo nel dettaglio il punto cruciale della bozza De Santis.
All’art. 4 è riportato: “Il Pd Puglia riconosce la presenza di movimenti civici e di formazioni politiche radicate territorialmente e collocate stabilmente nell’alveo culturale e politico di centrosinistra. Il partito in occasione delle elezioni amministrative (comunali, provinciali e regionali), promuove e concorre nel costruire con tali formazioni, purché le stesse si riconoscano nei valori costituzionale e fondanti del Pd, alleanze omogenee, stabili, chiaramente identificate e identificabili; eventualmente si rende disponibile ad accogliere nelle proprie liste elettorali, esponenti di tali gruppi”. Aggiunge più in là: “nelle competizioni elettorali politiche ed europee, il Pd Puglia sollecita tali formazioni (civiche) in tutte le sue componenti a aderire al proprio progetto politico-elettorale. Nei diversi livelli istituzionali (comunali, provinciali, regionali), il partito incentiva una azione condivisa e comune tra i gruppi consiliari e incoraggia la formazione, laddove possibile, di intergruppi o di forme federative. Nella vita politica quotidiana ed in occasione delle fasi congressuali o programmatiche, il Pd Puglia incoraggia la partecipazione di tali movimenti, anche riconoscendo agli stessi la possibilità di adesione al partito, sia come singoli che come gruppi associati”.

Partiamo da un dato costituzionale del Pd: la bizzarria che gli statuti in vigore siano regionali e che, a quanto pare, hanno ampia libertà di azione, soprattutto nel determinare le alleanze elettorali. Da quanto si sa, questa variazione è stata fortemente voluta dal nuovo segretario Domenico De Santis, il quale per redigerlo ha costituito una commissione i cui membri per metà non sono iscritti al partito. Rientrava nel suo programma congressuale.
C’è poi un fatto politco non trascurabile: il De Santis segretario regionale, al contrario di quello nazionale, non è stato eletto con un voto ai gazebo, ma è frutto di un accordo fra le correnti più influenti del Pd pugliese. La sua elezione è stata più che altro la ratifica nei congressi di una decisione presa altrove. Per sua natura, quindi, non si può ritenere indipendente rispetto ai maggiorenti del partito. L’art. 4 succitato non avrebbe ragione di esistere se non servisse a risolvere un problema che nell’essenza non è nemmeno del partito, quanto del suo più importante membro non iscritto: Michele Emiliano. Ricordiamo tutti molto bene cosa è accaduto alle ultime politiche, quando Michelone, privo di fatto di un veicolo che gli permettesse di candidare suoi uomini di fiducia, fu costretto ad estenuanti trattative con il Nazareno per far ammettere tra i ranghi dei possibili parlamentari il suo Claudio Stefanazzi, soffiando la candidatura a Loredana Capone. Di certo, se uno statuto come questo non dovesse essere emendato o addirittura rigettato in questi punti, la candidatura di un civico al posto di un iscritto sarebbe possibile da regolamento.
C’è poi un’altra questione che riguarda direttamente la sezione cittadina di Canosa di P. Nell’utimo periodo del succitato documento è riportato: “Nella vita politica quotidiana ed in occasione delle fasi congressuali o programmatiche, il Pd Puglia incoraggia la partecipazione di tali movimenti, anche riconoscendo agli stessi la possibilità di adesione al partito, sia come singoli che come gruppi associati”. Sappiamo che alle ultime amministrative (quelle del 2022) in questa città il partito si è spaccato, e per un soffio è prevalsa nel direttivo la scelta di appoggiare il sindaco uscente Morra dei M5S. Alcuni esponenti del Pd locale, latori di un possibile accordo con la destra di Fratelli d’Italia a sostegno del loro candidato sindaco, sono finiti per alimentare liste civiche di appoggio a quest’ultimo, mantenendo però una posizione piuttosto ambigua sulla loro collocazione politica generale, rientrando essi stessi nella galassia delle liste civiche che fanno capo a Emiliano. Altri, ex-Pd, son passati anch’essi in liste civiche che potrebbero rivendicare adesione ai valori costituzionale e fondanti del Pd. Cosa potrebbe accadere dopo, visto che più che alla storia e ai comportamenti dei singoli, il focus si concentrerà su una mera dichiarazione di adesione a valori e principi costituenti?
Non dimentichiamo che proprio nel 2022, internamente al Pd, il vertice provinciale, seppur dimissionario, propose una bizzarra teoria denominata “Lodo Bisceglie”: non presentare alcuna lista con le insegne del Pd, ma disperdere i suoi candidati più attrattivi in liste civiche di non ben identificato orientamento politico in modo da renderli eleggibili. Una volta conseguito l’obiettivo, ricostituire un gruppo consiliare di fatto, previa dichiarazione di dismissione della vecchia casacca e nuova adesione ad un partito inesistente prima di allora in Consiglio comunale.
Per ora l’operazione è riuscita a metà. I potenziali consiglieri al momento sono due. E’ da vedere se riusciranno a portare a compimento l’opera.

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 08/08/2023 h 16:12:45
Modificato il 08/08/2023 h 16:30:07

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