Il partito fluido
Sembra che Filippo Caracciolo, capogruppo PD in Regione, sia riuscito in un’altra delle sue imprese: imporre un suo fedelissimo, nonché compaesano, in un qualche posto di riguardo, questa volta il Consiglio di Amministrazione di Aeroporti di Puglia. Pensavamo di averle viste tutte con il partito liquido, dopo quello solido dei decenni scorsi. Ma, a quanto pare, l’involuzione della politica, più specificamente dei partiti, ma ancora più nel dettaglio del PD, non si arresta, ed ora crediamo già di essere al partito fluido. Fluido è un termine in voga in questi anni, e viene applicato alla sessualità e alle teorie gender. Evidentemente per estensione lo si può propagare anche alla politica. Il partito liquido lo era in quanto si privava delle strutture solide fatte di sedi, discussioni interminabili, strutturazione delle decisioni. Diventava un qualcosa di impalpabile, in cui i legami si allentavano e si modificavano anche i modi della partecipazione, ma almeno rimaneva fedele ai suoi principi, ai suoi valori, magari li metteva in discussione, ma sempre seguendo una forma coerente. Il partito fluido si disancora da quei principi, concentra la sua attenzione sull’azione e privilegia il risultato, spesso ignorando i processi.
Un esempio, a mio parere, molto significativo, lo abbiamo avuto in questi giorni. Secondo un articolo di Repubblica Bari del 15 febbraio scorso, a firma di Lucia Portolano, Michele Emiliano, il Presidente in passato definitosi il Gladiatore, avrebbe portato in Giunta un provvedimento che nessuno si aspettava: la nomina del quinto consigliere di amministrazione di Aeroporti di Puglia. In realtà, apprendiamo dall’articolo, la questione risale ad almeno un paio di mesi fa, quando tutto il CdA fu rinnovato e sorse subito un problema definito politico: si chiamava Alfonso Pisicchio, ex assessore regionale del movimento Senso Civico, la cui nomina fu contestata aspramente dal PD; ma non da tutto, solo da quello della corrente che afferisce al capogruppo in Regione Filippo Caracciolo.
Oggi, dopo i congressi che hanno consegnato la segreteria provinciale della BAT proprio a uomini di Caracciolo, ringalluzzendolo, il medesimo si assume l’onore, più che l’onere, di indicare il quinto consigliere, e la Giunta approva. L’aspetto della questione che più ci interessa, però, non è tanto questa, quanto il nome su cui è caduta la scelta: Ruggiero Dicorato, già dal nome si intuisce che è un compaesano del Caracciolo stesso. Così lo descrive Repubblica:
laureato in scienze politiche, imprenditore nel settore delle calzature, ex consigliere comunale di Barletta. Dicorato è esponente fedelissimo del capogruppo del PD in consiglio regionale Filippo Caracciolo. Sarebbe stato suggerito proprio da lui a Michele Emiliano. Ex consigliere comunale di centrodestra. Nessuna esperienza in consigli di amministrazione, né in società pubbliche. Nel suo curriculum di una pagina e poche righe, vengono riportati soli i due incarichi di consigliere comunale nel 2013 e nel 2018, sempre a sostegno di amministrazioni di centrodestra. Era stato candidato anche nel 2011 per il Popolo delle Libertà. Eletto nel 2018 in consiglio comunale con il sindaco Cannito, ha cambiato poi idea, e si è avvicinato al democratico Caracciolo. Qualche obbligatoria riflessione. In questi giorni è stato diffuso una sorta di allarme sulla prospettiva che la popolazione residente in Puglia si stia di fatto riducendo e ne sono state anche analizzate la cause. Manco a dirlo, tra queste ci sarebbe l’emigrazione, spesso di giovani laureati che in Puglia non trovano aziende in grado di valorizzarne le competenze ed assumerli. Per anni abbiamo assistito ad elucubrazioni stucchevoli, specie nei partiti di sinistra e centrosinistra, sul merito e sui giovani meritevoli. E ora che cosa ci tocca vedere? Che un amico di un politico locale, che di mestiere si occupa di calzature, entra in un consiglio di amministrazione di un’azienda pubblica che si occupa di aeroporti. Penso che anche dalle parti del Pd non saranno tanto contenti nell’apprendere che il fedelissimo del “democratico” Caracciolo, tanto democratico non sarebbe, visto che nel suo scialbo curriculum figura l’elezione a consigliere comunale nel 2013 e nel 2018 con forze di centrodestra, la candidatura nel 2011 sempre con partiti politici di destra, e la fulminazione sulla via di Caracciolo dopo aver politicamente tradito il sindaco con cui era stato eletto, immagino una scena simile a quella raccontata da Carlo Verdone in “Un sacco bello”.
Il Pd della BAT sembra aver smarrito la sua anima. Filippo Caracciolo è una sorta di ultracorpo che svuota il partito di ogni valore che possa avere un qualcosa di umano, cedendo al cinismo totale del puro gioco di potere, in cui non si premiano i meritevoli, ma solo i fedelissimi. Conosciamo già la risposta di questi presunti modernisti, simile a quella dell’imperatore Vespasiano. Così come la pecunia non olet, i voti, tanti, non dispiacciono, e Caracciolo ne porta, di voti. Ma esiste anche un problema di qualità dei voti che, evidentemente, a Caracciolo interessa poco. E non è detto che la linea prevalente nel PD della BAT, quella di Caracciolo, regga alla prova delle prossime regionali. Di certo, il panorama politico generale pugliese è desolante e tra la destra nostrana e la sinistra caraccioliana passa, come si diceva una volta, la stessa differenza che c’è tra il partito democratico e quello repubblicano in America. La primavera pugliese è ormai un lontano ricordo ed è presumibile che il futuro ci riserverà un autunno lunghissimo, una sorta di omologazione generale al peggio che non produrrà nulla di buono.
Sabino Saccinto Vers. pdf Pubblicato il 15/02/2023 h 18:08:40
Modificato il 15/02/2023 h 18:39:24
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