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Se qualcuno avesse interesse a scoprire cosa significhi essere paraculi in politica, non deve fare molto, basta aprire Youtube e guardarsi il Consiglio comunale di venerdì 29 luglio da metà video, circa a 3 ore e 10 minuti dall’inizio. Parla il consigliere Ventola. L’argomento riguarda le tariffe TARI per la città di Canosa di Puglia dell’anno 2022, primo provvedimento mediaticamente sensibile della giunta retta (si fa per dire) dal nuovo sindaco, il farmacista dott. Vito Malcangio.
Piccola ricostruzione così come dedotta dagli interventi in Consiglio. Ogni anno le tariffe della TARI (la tassa comunale sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti) si aggiornano sulla base di quello che è il costo del servizio e lo si fa secondo un metodo che tiene conto di numerosi fattori, tra i quali il numero dei componenti il nucleo famigliare e la superficie delle abitazioni. Ma non tutti pagano la TARI alla stessa maniera, perché il sistema divide il montante del costo tra residenziali e attività produttive secondo regole di legge. In particolar modo, la ripartizione delle quote dipende da quanto le due categorie, rispettivamente, conferiscono in termini di volumi. Probabilmente è l’unico dato che le aziende addette alla raccolta riescono a quantificare.



Il meccanismo funziona un po’ come quello dell’ISEE, quello di quest’anno viene valutato sulla base dei dati di due anni fa. Tutto normale se non fosse che l’anno in corso è il 2022 e l’anno sul quale si basano i calcoli è il 2020, ovvero l’anno del COVID che ha costretto molti esercizi commerciali e botteghe a stare chiuse per periodi di tempo considerevoli, e ciò ha prodotto un’alterazione dei valori medi consuetudinari, per cui si è creato uno squilibrio rispetto al passato, ovvero botteghe e negozi hanno prodotto meno rifiuti. L’algoritmo lo conoscono in pochi, ma di fatto, logicamente, si è incappati in un bug di sistema, a meno che non si dimostri che la pandemia abbia provocato una crescita globale nella produzione dei rifiuti, o che quantomeno sia rimasta quella degli altri anni. Perché se così non fosse, ci troveremmo a ripartire una spesa maggiore del 2022 rispetto al 2020, considerando un rapporto di molto a sfavore dei residenziali. Di fatto è quello che è accaduto, per cui, nel grosso, ad un aumento del 10% delle spese totali del servizio, è corrispota una crescita del 30% della bolletta a danno dei residenziali. Pradossi delle leggi e della matematica. Naturali e prevedibili le proteste dell’opposizione, da maestro la reazione del cons. di maggioranza Francesco Ventola. Dura lex, sed lex. Ventola è stato bravissimo nel deviare l’attenzione su altro. Possibile che abbiamo avuto un avanzo di amministrazione strepitoso e non troviamo qualche centinaio di magliaia di euro per perequare? Ma le leggi contabili non ce lo permettono, perché il sistema TARI è un sistema a sé e non è previsto che si intervenga ex antea per detrarre. Magari lo si potrà fare dopo con bonus e rimborsi da fondi rivenienti da altri decreti, magari come quello “aiuti”, e si è spinto a profetizzare che sicuramente la giunta di cui egli non fa parte, lo farà, rubando, diciamo così, la scena al sindaco (quella battuta doveva essere sua). Ma il meglio di sé lo dà quando spiega a noi beoti qual è il problema vero: i costi sempre crescenti legati allo smaltimento. Colpa ovviamente della Regione Puglia, di cui Ventola è anche consigliere, e la decisione della sinistra di creare l’AGER, una mega agenzia che si occupa di tutto il ciclo e che ha privato i Comuni, e quindi i sindaci, della possibilità di decidere in proprio le politiche in fatto di rifiuti solidi urbani, spingendosi ad annoverare tra le responsabilità regionali la mancata costruzione di impianti di compostaggio e incenerimento. E poi ci aggiunge, come è suo solito, una mezza verità. Sapete perché noi non abbiamo l’immondizia nelle strade? Perché noi spendiamo un sacco di soldi per mandarli all’estero. In realtà, non siamo solo noi a mandare i rifiuti oltre confine, lo fa anche la città di Roma, ad esempio, con il problema aggiuntivo di averli anche tra le strade. A Ventola piace spaventare i cittadini facendo terrorismo fiscale. Parla come se fossimo tornati indietro di dieci anni. Dovrebbe ricordare bene che era lui il sindaco quando si costituì l’ARO Canosa – Andria e fu assegnato alla Sangalli ed Ecolife l’appalto per la raccolta differenziata spinta. Grazie a quel metodo, in discarica o incenerito rimane una percentuale residuale dei rifiuti, a seconda dell’efficacia del sistema di raccolta. Non per niente, questo aspetto del problema non lo cita affatto, una rimozione. E sì, la Destra proprio non ne vuol sentir parlare di raccolta differenziata, così come non cita il vantaggio economico per il Comune derivato dalla vendita dei materiali recuperati. E’ chiaro che in cuor suo tornerebbe ai cassonetti pieni di immondizia del bei tempi andati, quando poi l’incenerimento diventava l’unica opzione possibile, alimentata dalla sacrosanta benedetta emergenza.

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 05/08/2022 h 16:51:09
Modificato il 05/08/2022 h 17:01:08

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