I michelonidi
In più si sta ragionando pure con altre persone provenienti dal mondo che magari vota Michele Emiliano, per fare una sorta di buon governo. A far scattare la reazione stizzita di Marco Augusto Silvestri domenica 12 dicembre, è stata una frase che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Francesco Ventola, ha pronunciato in un’intervista televisiva al buon Stranieri su Telesveva il sabato prima:
“In più si sta ragionando pure con altre persone provenienti dal mondo che magari vota Michele Emiliano, per fare una sorta di buon governo” . Con tutta probabilità Ventola si riferiva all’avv. Nico Di Palma, esponente canosino della lista civica Popolari con Emiliano. Ma il buon Marco non deve averci pensato, tanto che senza aspettare il dovuto, compulsivamente, ha digitato sul suo profilo Facebook:
“non siamo noi della lista regionale del Presidente “Con”, già lealmente impegnati a sostegno della candidatura dell’ingegner Tomaselli” , aggiungendo poi con un tono a metà tra la minaccia e adesso chiamo papà
“segnaleremo queste affermazioni al Presidente Michele Emiliano per interrogarci insieme sulle motivazioni per le quali sarebbero in corso questi ardimentosi abbordaggi”, additando, metaforicamente, la già ben poco onorevole vicenda politica pugliese e paragonandola ad una trama di un film di corsari.
La cosa è significativa in sé e indice della confusione che alberga in quell’area politica di un colore non classificabile che si oppone alla destra in Puglia e che già qualche preoccupazione sta suscitando tra i vertici nazionali del PD, tanto da far passare per un gigante di chiarezza e trasparenza quel Ventola che si vantava che alle Provinciali della BAT, il 18 dicembre, la destra si presenterà con una sola lista, mentre quell’area incerta e confusionaria ne porterà addirittura quattro.
Proprio nel sabato dell’intervista, infatti, in Puglia è sceso Boccia, che ha riunito in quel di Trani quella parte di democratici della BAT fedeli al suo credo, e che si è scoperto dopo non superare il 60% delle forze effettive del PD. E sì, perché l’altro 40%, ma è una stima forse più per difetto che per eccesso, è fedele proprio a quegli altri, ai michelonidi. Boccia si fa portatore di un verbo condivisibile, che prende le mosse dalle elezioni di secondo grado della Provincia BAT per emettere quel che sembrava un diktat già smentito dalla pratica interna ai partiti: non si creano liste elettorali miste PD e liste civiche. Per una ragione molto semplice, afferma Boccia: non sappiamo precisamente e compiutamente dall’altra parte chi c’è. Preoccupazione suffragata dai fatti, visto che proprio in questi giorni sta tenendo banco sui giornali un mezzo scandalo che coinvolge direttamente il PD: quello di Maurodinoia, moglie di Sandrino, ottimo raccoglitore di voti prezzolati, ma anche piuttosto sbadato, visto che poi le carte che provavano questa pratica non è stato abbastanza lesto a farle sparire. Maurodinoia è un assessore regionale in quota PD, sì, ma dal pedigree piuttosto incerto. E se queste cose succedono in famiglia, figurarsi cosa accadrebbe se si dovessero imbarcare perfetti sconosciuti, che di dubbio non hanno solo l’origine ma anche il presente.
Boccia non lo dice, ma il problema vero è quel Messer Michelone che delle terre appule non solo è il governatore, ma aspira a diventarne il signore indiscusso, assoluto, con il suo seguito di questuanti e vassalli vari. Il Grande Inquisitore che arruola tra le sue file un po’ tutti quelli che lo desiderano, conoscendone i limiti e soprattutto i peccatucci, politici e giudiziari. L’invincibile armata dai piedi di argilla di Michelone si compone di tutto il possibile. Non che la cosa qualche problema non lo procuri, anche perché mettendo insieme un po’ tutti i residuati bellici della prima, della seconda e magari anche della terza repubblica, si rischia. Questi non sono individui agiti da alti afflati, piuttosto gente che ha molto a cuore il “proprio particulare”, e soprattutto esercita un controllo quasi militare su chi gli dà consenso, tale da poter creare a Michelone qualche problema un tantino serio. Michelone ha creduto che imbrigliando tutte le liste civiche (di destra, sinistra, centro, sopra o sotto) che costituiscono il suo nucleo elettorale, in una federazione, sia possibile controllarle o quantomeno renderle più presentabili associandole un qualche valore o principio potabile, come la democrazia, la solidarietà, eccetera. Il suo progetto, nemmeno tanto velato, è quello di omogeneizzare le realtà politiche dei Comuni pugliesi rendendole simili, se non identiche, alla maggioranza che regge le sue claudicanti sorti in Regione. E per farlo Michelone si spende tantissimo. Batte ogni quartiere, città o frazione dove vi sia un’elezione. Interviene direttamente, porta la sua benedizione, si fa notare in tutta la sua fisicità.
Dietro l’usbergo di Michelone si proteggono un po’ tutti, compreso quel Marco Augusto Silvestri che della coalizione civica è il frontman di fatto, tale da oscurare l’immagine del loro candidato sindaco. Nato come Giovane Democratico e accolto dal Grande Inquisitore in una delle sue liste civiche, quando nel PD BAT non ne volevano proprio sapere di candidarlo alle Regionali del 2020. Ora fa un salto sulla sedia sapendo che un michelonide di complemento stia spargendo zizzania nel campo di Agramante, facendo campagna acquisti dalle sue parti, e invoca un grottesco principio di lealtà del quale il primo a farsene spregiudicatamente beffe è proprio Michelone. Come è strano il mondo.
Sabino Saccinto Vers. pdf Pubblicato il 17/12/2021 h 12:13:07
Modificato il 17/12/2021 h 14:16:49
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