E’ grande la confusione sotto il cielo, ma la situazione non è per nulla eccellente.
Mercoledì 11 dicembre è stato arrestato un assessore andriese della giunta Giorgino, Francesco Lotito, nell’ambito di un’inchiesta più ampia aperta dalla Procura di Monza sulla ditta Sangalli. L’accusa è di corruzione. Secondo gli inquirenti, al Lotito era stata promessa una tangente di circa un milione di euro, dei quali 700 mila già versati, per truccare la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti solidi urbani nei Comuni di Andria e Canosa di Puglia, ritagliando un bando su misura all’azienda Sangalli risultata poi vincitrice. L’avvenimento ha suscitato una certa eco, in quanto l’ATI Sangalli – Ecolife gestisce da più di un anno il servizio di raccolta rifiuti in queste due città, non senza polemiche e rilievi per la qualità delle sue prestazioni. Inoltre l’ATI Sangalli – Ecolife è stato da poco gratificato di una nuova dote: l’estensione delle sue attività oltre il perimetro originario dell’appalto. La magia si è resa possibile dopo che l’ARO BAT 2 si è costituito in un nuovo ente, l’Unione dei Comuni, e l’appalto della città di Spinazzola, scaduto, è rientrato automaticamente in quello dell’ARO. In realtà, il capitolato d’appalto della precedente gara aveva costi e clausole ben definite. Il suo ampliamento (l’aggiunta di una terza città) ha alterato (anche se in maniera poco sensibile) i contenuti del contratto già sottoscritto, rendendo necessaria una rinegoziazione. Se sia stato regolare farlo senza bandire una nuova gara lo appureranno forse i magistrati, visto che il sostituto Maralfa ha un fascicolo aperto già da qualche anno alla Procura di Trani, al quale si è sovrapposto l’indagine di Monza. Tale nuovo affidamento è avvenuto senza che si siano ancora definiti completamente gli organi statutari dell’Unione. Non sono stati ancora eletti i consiglieri, che devono essere indicati dai Consigli comunali nella misura prevista dallo Statuto stesso. In mancanza di tale organo non sarebbe possibile, per la Giunta, deliberare alcunché, secondo l’art. 10 dello Statuto da loro stessi approvato: “Il Consiglio esercita funzioni di indirizzo, programmazione e controllo politico-amministrativo”. Ci chiediamo tutti come abbia fatto la Giunta a prendere importanti decisioni se non erano ancora state definite le linee programmatiche generali, così come appare molto discutibile la nomina a presidente del sindaco di Andria avv. Nicola Giorgino, visto che è avvenuta per decreto del commissario ad acta e non per elezione da parte del Consiglio (art. 7 dello Statuto dell’Unione). Ma violare lo Statuto sembra sia quasi un’abitudine della Giunta. Tra le materie di stretta competenza del Consiglio vi è la “regolamentazione delle misure indicate dall’art. 198 comma 2 del D. Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., con particolare riferimento alle modalità di assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani”. E cosa fa la Giunta dell’Unione il 30 ottobre 2013? Una delibera, la nr. 3, con la quale si approva “la proposta di regolamentazione di assimilazione dei rifiuti speciali non pericolosi a rifiuti urbani”, quello cioè che avrebbe dovuto fare il Consiglio. Alla luce delle inchieste dei magistrati brianzoli, emerge un problema politico non da poco. Il presidente dell’Unione dei Comuni è, come detto, l’avv. Giorgino, cioè il sindaco di Andria, cioè il diretto superiore di quel Francesco Lotito, assessore all’Ambiente, finito sotto inchiesta per corruzione. E, guarda caso, la gestione dei rifiuti, causa dei problemi dell’ass. Lotito, è magna pars nell’Unione, come riportato nello Statuto all’art. 2, per il quale tutte le funzioni esercitate sono in “materia di servizi del ciclo dei rifiuti inerenti lo spazzamento, la raccolta, il trasporto, la commercializzazione”.