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Il Piano di Caratterizzazione di Contrada Tufarelle e le sue conseguenze

Signor Sindaco, sig. Assessore all’Ambiente, sig. Presidente del Consiglio Comunale, signori Consiglieri comunali, Contrada Tufarelle con le sue numerose emergenze ambientali è da tempo sparita dall’attenzione pubblica, avvolta da una cortina di silenzio. Sono quasi otto anni, per la precisione dal 27 marzo 2017, quando il Consiglio Comunale espresse all’unanimità con la Delibera n.19/2017 il PARERE CONTRARIO alla nuova discarica della BLEU, ora DUPONT, in agro di Minervino Murge.

Inizia così una missiva che la locale sezione di Italia Nostra ha inviato all’Amministrazione e all’intero Consiglio comunale della città di Canosa di P. Comunicazione del 13 gennaio che deve aver impressionato non poco sindaco, assessore e presidente del Consiglio, tanto da convocare il 31 dello stesso mese un Consiglio comunale che discuterà solo di quello, monotematico appunto.
Il problema è il cosiddetto Piano di Caratterizzazione della Contrada Tufarelle. In parole povere, verificare se gli studi prodotti sul livello di inquinamento del sottosuolo e delle falde acquifere sono completi e veritieri. Dal tono dell’esposto dell’associazione ambientalista, più di un dubbio traspare, e chi legge quelle parole viene assalito dallo sconcerto. I fatti riportati raccontano una realtà ed una burocrazia ai limiti della cialtroneria.
“Italia Nostra” racconta che il problema si pose già tredici anni fa, nel 2012, quando furono effettuati i primi studi sul territorio semplicemente prelevando campioni di acqua là dove era possibile, pozzi agricoli già in uso, senza prima determinare uno scenario attendibile sui corsi d’acqua sotterranei. In un ambito esteso e con una idrografia piuttosto complicata è un po’ come tentare un terno al gioco del lotto. Lavoro da rifare o da completare, tanto che una decina di anni dopo, il Comune ha accesso a finanziamenti per indagini integrative al vecchio Piano di Caratterizzazione.
La nota di “Italia Nostra” si fa a questo punto più che polemica, anzi, un autentico “Je accuse” nei confronti di Provincia, Regione e ARPA (l’agenzia regionale per l’ambiente): “Fin da subito fu chiaro però il disegno della Regione, della Provincia e dell’ARPA provinciale di limitare il campo d’indagine del nuovo Piano di Caratterizzazione. Il Piano non avrebbe dovuto occuparsi della direzione della falda, perché secondo la Regione, la Provincia e l’ARPA erano da considerarsi certi i dati indicati dai consulenti della BLEU, gli stessi che negli anni precedenti avevano affermato su questo aspetto, tesi tra di loro contraddittorie. Il Piano avrebbe dovuto limitarsi, secondo le disposizioni impartite dall’ARPA e dalla Provincia, a verificare i Valori di Fondo del Ferro e del Manganese, metalli pesanti presenti in maniera diffusa nelle acque sotterranee nelle analisi precedenti, cioè si doveva dimostrare che il superamento delle soglie di contaminazione di questi due elementi fossero semplicemente dovuti alle caratteristiche naturali del terreno di Tufarelle, e pertanto, se così fosse stato, da non considerare inquinanti.”

Nel 2023, la ditta incaricata delle rilevazioni è la Geogroup s.r.l. di Modena che ricostruisce la direzione di falda e consegna risultati per niente confortanti che sembrano contraddire quanto storicamente la burocrazia aveva sostenuto. Non solo ferro e manganese, ma anche il più pericoloso piombo. Ed anche la non presenza costante, come elemento di fondo del terreno, di ferro e manganese. In alcuni pozzi non viene reperito e questo smentirebbe la tesi di una caratteristica geologica di Contrada Tufarelle.
La conseguenza è chiara: “A seguito di questi risultati l’area di Tufarelle è stata dichiarata “potenzialmente inquinata” e la Provincia ha intrapreso le azioni previste dal Testo unico dell’Ambiente per identificare il responsabile dell’inquinamento. Ma ancora una volta si rischia di aggiungere il danno alla beffa! Già nel 2006 un’indagine penale che vedeva inquisiti tutti i titolari delle discariche presenti su Tufarelle si concluse in un nulla di fatto, non perché non fosse stato accertato l’inquinamento, ma essendo gli impianti troppo vicini gli uni agli altri, era stato impossibile individuare il/i responsabili dell’inquinamento. Ora a distanza di vent’anni la storia rischia di ripetersi! La Delibera di Giunta Regionale n. 673/2022 che ha varato il nuovo Piano Regionale dei rifiuti speciali, indica tra i criteri “escludenti” per la localizzazione di nuove discariche e per l’ampliamento di quelle esistenti, i siti potenzialmente contaminati, qual è stato per l’appunto dichiarato il sito di Tufarelle.”
Ma nonostante Contrada Tufarelle sia potenzialmente inquinata e ciò sarebbe sufficiente ad escludere che nuovi impianti si possano insediare o anche solo ampliare, la Regione crea la regola, ma definisce anche l’eccezione: “in sede di Conferenza di Servizi per il procedimento in corso presso la Provincia per l’ampliamento della discarica DUPONT ex BLEU dai 373 mila metri cubi ai 1.173 mila metri cubi richiesti dalla Ditta, alla richiesta del Dirigente del Comune di Canosa di sospendere il procedimento alla luce di quanto affermato dalla normativa regionale, il Servizio Gestione dei Rifiuti della Regione Puglia ha dichiarato che “la clausola escludente prevista dal Piano regionale “richiamata dal Comune di Canosa ed inerente ai siti potenzialmente inquinati, non risulterebbe applicabile al progetto di ampliamento della discarica Dupont!”
Come mai nessuno lo dice. Quindi il rilievo politico che “Italia Nostra” annuncia: “Alla luce di tutto quanto sopra descritto è chiaro il disegno della Regione e della Provincia di fare di Tufarelle l’immondezzaio della Puglia”.

Il 18 gennaio, ad una conferenza stampa nella nuova sede del Partito democratico in V. Caio Gracco, intervenne il presidente della Provincia BAT Bernardo Lodispoto, il quale non sembrò molto contento dell’invito al Consiglio comunale del 31 gennaio a Canosa, annunciando che non ci sarebbe stato. Non si mostrò però parco di dichiarazioni sulla questione di Contrada Tufarelle. Innanzi tutto il Piano di Caratterizzazione è quello e considera le integrazioni elaborate successivamente una sorta di iniziativa autonoma della dirigenza comunale canosina al limite dell’estemporaneità. Invitò i nuovi consiglieri del PD, che formalmente non possono dichiararsi tali ma semplicemente iscritti al gruppo misto, ed il suo consigliere provinciale Suriano, a prendere atto e visione della documentazione depositata negli archivi della Provincia. Inoltre menzionò con una certa insistenza la delicata questione della S.OL.VI.C., anch’essa operante a Tufarelle, quindi parte del problema, alludendovi come se in quell’area ci fossero aziende di riferimento dei diversi schieramenti politici, lasciando intuire la capziosità di quel Consiglio comunale e delineando una situazione inedita, se vogliamo.
In Contrada Tufarelle hanno responsabilità le maggiori forze politiche della città, ma tutti cercano di scansarla o, quantomeno, a nessuna fa comodo sedersi sul banco dell’imputato. Qualcuno potrebbe tentare, in quel contesto, di rifarsi una verginità, aggredendo l’altro presentandolo come il maggiore responsabile di quel degrado. Di sicuro l’atteggiamento del presidente della Provincia non aiuta ed espone la sua parte politica al rischio di essere attaccata. Se a questo associamo il recente Congresso del PD che ha consegnato il partito ai silvestriani con l’attiva collaborazione del vicepresidente della Provincia, già nobile decaduto, e consideriamo i trascorsi storici del loro demiurgo proprio in relazione all’origine di quanto accaduto in quella parte di territorio, non è difficile immaginare quali inviluppi possa avere la discussione. Se poi consideriamo che parte delle ragioni del Lodispoto sono affidate al consigliere Suriano per essere sostenute, saranno meritevoli di attenta osservazione le sue doti da prestigiatore – se ne sarà capace - dovendo egli stesso rappresentare al contempo il suo ruolo di consigliere comunale di maggioranza eletto dal popolo, e quello di consigliere provinciale della parte politica avversa. Quale prevarrà?

Sabino Saccinto

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Pubblicato il 28/01/2025 h 12:34:21
Modificato il 28/01/2025 h 12:54:20

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