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Il caro estinto 2 – Il tempio crematorio

Tutto si originò vent’anni fa, quando si pensò che la popolazione canosina avrebbe avuto uno sviluppo tale da richiedere una programmazione cimiteriale adeguata. Da quel calcolo eccessivamente ottimista, oggi viviamo una sorta di paradosso. Abbiamo dato in gestione il cimitero ad una impresa esterna in un modo discutibile. Abbiamo individuato zone di ampliamento impossibili ed ora il concessionario ci chiede il conto, che potrebbe essere un tempio crematorio. Un equivoco che potrebbe trasformarsi in un danno a carico ancora della nostra comunità.

Sta circolando voce a Canosa della possibile realizzazione di un tempio crematorio nell’area del cimitero comunale. E’ la logica, o illogica se vogliamo, conseguenza di una vicenda iniziata circa 20 anni fa, di cui su questo blog già fu data notizia.
Si affidò allora la gestione di tutti i servizi cimiteriali ad una associazione temporanea di imprese, con conseguente aumento delle tariffe per gli utenti, ma non necessariamente dell’efficienza. L’oggetto del bando del 19 febbraio 2007 fu la Concessione per la progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione dell’intervento di ampliamento del cimitero comunale e di manutenzione ordinaria e straordinaria del cimitero esistente, nonché di gestione economica e funzionale del servizio cimiteriale.
Letto così potrebbe apparire quasi come un’attività di normale amministrazione. Ci fu un problema però. Il metodo che fu utilizzato per la scelta dell’impresa fu abbastanza particolare: il project financing.
Il project financing è un metodo al quale le amministrazioni pubbliche spesso fanno ricorso quando il costo di realizzazione di un’opera non è completamente nelle loro disponibilità finanziarie. Si sottoscrive un contratto con soggetti privati qualificati che in qualche misura partecipano alla spesa, rifacendosi, ad opera realizzata, sugli introiti derivanti dal suo utilizzo, coprendo così le spese di avviamento. A Canosa, l’allora amministrazione di destra retta dall’attuale parlamentare europeo Francesco Ventola (ne ha fatta di strada), pensò bene di ricorrere al project financing non per realizzare un ponte o una grande arteria di comunicazione, bensì per ampliare il cimitero. Il che poteva anche andare bene per la prima parte del bando, la progettazione e la realizzazione dell’ampliamento che l’Amministrazione aveva in animo di fare. Ma che c’entrava con la manutenzione ordinaria e straordinaria del cimitero esistente? L’ampliamento avrebbe dovuto riguardare tre lotti del cimitero, quindi una parte. La manutenzione che venne concessa lo riguarda invece per intero. Sarebbe stato più logico e corretto, forse, farne due di bandi, uno per la manutenzione, l’altro per l’ampliamento. Poi sarebbero state le aziende a giudicarne la redditività e scegliere se partecipare. Fu chiaro che unificare tutto sotto un unico bando avrebbe posto un problema di requisiti. Sarebbe potuto accadere che un’azienda che fa benissimo la manutenzione avrebbe potuto non disporre dei capitali per realizzare gli ampliamenti, così come magari un’azienda specializzata in opere di muratura non avrebbe potuto disporre di personale per la manutenzione di un cimitero. Invece, con il project financing e l’affidamento ad un promotore del compito di realizzare l’ampliamento, ma anche di gestire non solo quella parte, ma tutto il cimitero, si sarebbero limitati il numero di soggetti che avrebbero potuto partecipare.
L’aggiudicazione da parte dell’ATI della concessione avvenne il 21 settembre 2009. L’ampliamento che l’ATI avrebbe dovuto realizzare era stato approvato dal Consiglio comunale il 9 ottobre 2006 dopo una variante al PRG. Ma un primo passo verso la realizzabilità, come si legge nella premessa delle delibere, avvenne il 13 ottobre 2011 con l’approvazione in Giunta del progetto definitivo cioè due anni dopo che l’ATI era già operativa ed aveva incassato i canoni d’esercizio delle lampade votive ma anche dei costi delle tumulazioni, delle inumazioni, delle riesumazioni, senza considerare gli extra profitti derivanti dalle ridefinizioni dei canoni, a carico dell’utenza ovviamente. E pensare che la concessione era stata affidata a quell’ATI sulla base di un progetto di finanza che come unico scopo logico avrebbe avuto, appunto, l’ampliamento del cimitero, quindi un investimento, una spesa che verrà risparmiata al concessionario almeno fino al giugno 2013, quando con una determina dirigenziale venne approvato il progetto esecutivo del primo lotto (ne sono previsti 3). Mancavano le autorizzazioni, di cui l’ultima, quella del Servizio Edilizia sismica della Provincia BAT, arrivò proprio nel 2013. Sarebbe anche lecito chiedersi come mai prese tanto tempo. E pensare che secondo il bando originario, già a 18 mesi dalla sottoscrizione del contratto il primo lotto sarebbe dovuto risultare consegnato, cioè a marzo 2011 se si prende la data del 21 settembre 2009 come quella di sottoscrizione del contratto, ovvero qualche mese prima che la Giunta approvasse il progetto definitivo.
Ma i lavori non decollarono, o meglio è molto probabile che ci siano stati degli imprevisti. Quella indicata è una zona molto sensibile dal punto di vista archeologico. Ed imprevisti ve ne furono se nel marzo 2016 finì indagato perfino l’ing. Germinario, responsabile unico del procedimento. L’accusa che a lui e ad altri venne mossa fu quella di aver evitato che venisse eseguita archeologia preventiva, ovvero ricerche e sondaggi atti a scoprire la possibile presenza di importanti reperti o costruzioni. Finì sotto indagine anche la dott.ssa Maria Corrente, archeologa responsabile per Canosa.
L’indagine fu del 2016, ma le avvisaglie che qualcosa non stesse procedendo come previsto già erano arrivate un anno prima. Il 4 febbraio 2015, la “C.S.C. S.r.l.” fa sapere proprio all’ing. Germinario che estendendo all’intera area le indagini archeologiche, l’impegno di spesa sarebbe stato di valore tale da risultare incompatibile con le previsioni del P.E.F. asseverato ed allegato al contratto. Con una nota successiva il concessionario fu ancora più esplicito: la necessità di procedere alle indagini richieste dal Soprintendente Archeologo, con la nota prot. 880 del 23/01/2015, derivava da evento imprevedibile che «esporrà la stessa società a costi che non potranno trovare copertura nei flussi conseguenti la concessione dei manufatti previsti nel progetto definitivo, proponendo di proseguire con le indagini archeologiche e di rinviare il concordamento relativo alle modalità con cui pervenire al citato riequilibrio a conclusione delle indagini stesse, ma prima che il Concessionario proceda con gli ulteriori investimenti del progetto».
In pratica, l’ATI che nel frattempo si era costituita in C.S.C. s.r.l., era preoccupata per lo sviluppo che avrebbe potuto avere l’affare. Nonostante gestisca dal 2009 un servizio per il quale non ha avuto alcun senso ricorrere al project financing per assegnarlo (la manutenzione del cimitero), nonostante a sei anni di distanza abbia speso molto meno di quanto avrebbe dovuto (non per colpa sua ovviamente, ma per un’amministrazione incauta che evidentemente aveva fatto male i conti), batteva cassa e chiedeva una revisione del progetto. Inevitabili le carte bollate: da un lato il concessionario che chiede un riequilibrio economico, dall’altro il Comune che resiste.
Nel frattempo sono già passate due amministrazioni: quella Ventola, del project financing, ha ceduto il passo a La Salvia nel 2012, che ha dovuto gestire una situazione non facile, e quella La Salvia ha passato poi il testimone a Roberto Morra nel 2017. Ma la C.S.C. s.r.l. è sempre lì. Nel 2017 sono già otto anni otto che gestisce la manutenzione e i servizi cimiteriali, grazie ad un project financing che sarebbe dovuto servire principalmente per l’ampliamento. Ma di soldi ne ha scuciti pochi ed un piano, completo del secondo lotto, che avrebbe dovuto già essere pronto e realizzato nel 2014 è ancora fermo al primo (non realizzato). Il cantiere rimane sotto sequestro giudiziario fino al 2017, quando passato lo spavento dell’intervento dei Magistrati, si rifà viva la Soprintendenza che detta le sue condizioni. Lo fa la dott.ssa Bonomi Simonetta con una nota con la quale disponeva che per il prosieguo delle attività di archeologia preventiva occorreva completare l’esplorazione delle attività di scavo affidando i lavori ad una ditta dotata di qualifica OS25, comunicando inoltre che il coordinamento scientifico degli stessi avrebbe dovuto essere affidato allo stesso professionista che aveva svolto i medesimi compiti nella fase precedente al fine di assicurare la corretta e coerente registrazione e lettura delle evidenze archeologiche . Nella comunicazione viene in ultimo disposto che nell’area dei campi di inumazione in progetto vengano eseguite prospezioni geofisiche secondo le metodiche più opportune considerando la natura geologica del substrato e la tipologia di evidenze archeologiche riscontrate.
L’amministrazione Morra ereditò la rogna e ricevette già nel giugno 2018 la C.S.C. s.r.l. che ribatteva cassa. E pensare che son già nove anni che gestisce il cimitero incassando canoni e tutto grazie ad un project financing che logicamente c’entra poco con la gestione ed un bando secondo il quale l’anno dopo, il 2019, avrebbe dovuto chiudere anche il terzo lotto.
Il sindaco Morra scoprì così che la convenzione tra Comune di Canosa e C.S.C. s.r.l. era dotata di una sorta di formidabile paracadute per quest’ultima. L’art. 20 garantisce il riequilibrio economico assicurato dalla gestione e dallo sfruttamento economico delle opere, tra l’altro non ancora realizzate, e, in maniera davvero stupefacente quanto lungimirante, individua al al comma “e” dello stesso articolo il rinvenimento di reperti archeologici nel corso dei lavori come motivo di revisione. La delibera di Giunta riporta perfino: il contratto di concessione garantisce, come del resto la normativa di riferimento, l’eventuale riequilibrio economico finanziario dell’iniziativa di project financing nell’interesse delle parti e con l’obiettivo di salvaguardarne l’equilibrio economico finanziario. All’art. 21 vengono esplicitate le modalità di revisione, prevedendo la possibilità di revisione di equilibrio qualora le condizioni di cui all’articolo 20 abbiano comportato un’alterazione dell’equilibrio economico-finanziario in misura superiore al 5%. Inoltre, lo stesso articolo 21 prevede la possibilità di procedere ad una revisione della convenzione che abbia ad oggetto anche la proroga della durata della concessione stessa.
La domanda sorge spontanea. Se nella convenzione avevano previsto la possibilità che l’eventuale ritrovamento di reperti archeologici avrebbe potuto costituire motivo di revisione del contratto di concessione, quindi non un caso generico, ma molto specifico che poi si è avverato, perché prima di procedere alla sua redazione non si sono preoccupati di condurre quell’attività di archeologia preventiva che dopo è stata comunque eseguita? Una maggiore cautela dell’amministratore lo avrebbe previsto. Chi valuta e convalida l’alterazione dell’equilibrio economico, visto che al 2018 la C.S.C. s.r.l. ha speso sicuramente poco di quanto era previsto e invece ha incassato già nove anni di canoni ed altro derivanti dalla gestione di tutto il cimitero? Sulla base di cosa vengono eseguiti i calcoli? Su quello dell’investimento in sé o anche tenendo conto quanto la gestione ha fruttato?

Nel marzo 2020 è il Consiglio comunale a pronunciarsi (delibera 12/2020). E’ una delibera rivoluzionaria nei rapporti con il concessionario. In primo luogo viene dichiarata non accoglibile la proposta di variante presentata dal concessionario in quanto sostanziale e, soprattutto, il Consiglio comunale esplicita il preminente interesse pubblico dell’ampliamento; viene ridefinita l’area del primo lotto sulla base delle prescrizioni della Sovrintendenza e rimanda a data da definire ciò che riguarda il secondo lotto.
Con questa delibera si conclude la fase di gestione del caso dell’amministrazione Morra.

La nuova amministrazione Malcangio evidentemente ha molto a cuore le sorti dell’ampliamento. Già nel novembre 2022, a pochi mesi dal suo insediamento, la sua giunta riapre il dossier e nomina un nuovo responsabile unico del procedimento. A distanza di un anno, nell’ottobre del 2023, l’assessore ai Lavori Pubblici, l’avv. Nicola De Palma, propone l’approvazione della delibera 226. Cosa contiene? La proposta di riequilibrio economico e finanziario della C.S.C., la quale, non dimentichiamolo, son già quattordici anni che gestisce il cimitero e, per colpe non sue ovviamente, non ha ancora realizzato nulla di quanto era previsto nel bando di gara, salvo ricavare, non è chiaro quanti, denari dalla gestione. Per ora, sembrerebbe, le uniche spese avute sono quelle delle indagini di archeologia preventiva. Ma il programma di riequilibrio che presenta la C.S.C. è senz’altro piuttosto corposo. Secondo i loro calcoli, se il realizzato dovesse rimanere quello concordato nel contratto sottoscritto nel 2009, il suo valore economico sarebbe di 445 mila € pur prevedendo un allungamento dei tempi di concessione di dieci anni, fino al 2043, con un disequilibrio, ci tiene a precisare la C.S.C., di oltre 2,1 milioni di €, quindi una perdita. Le conclusioni a cui arriva la C.S.C. sono oltremodo interessanti. Sostiene, infatti, che per raggiungere l’equilibrio economico e finanziario occorrerebbero aumentare sì i tempi di durata della concessione, ma costruire anche meno loculi, aumentare il numero delle cellette ossario ed aggiungere un investimento integrativo. Secondo la C.S.C., i primi dieci anni di gestione del cimitero ha individuato una tendenza, meno loculi e più cellette, anche perché si crema di più. A questo punto propone non una ma ben cinque opzioni. Tutte riassumono la tendenza di costruire più cellette, ridurre il numero di cappelle gentilizie e di loculi. Tutte prevedono un investimento integrativo che nei primi quattro casi consiste in aree destinate alla produzione di elettricità da celle fotovoltaiche, ma nell’ultimo caso, identificato come Soluzione E, quell’investimento diventa un tempio crematorio. E dallo spazio dedicato in delibera si capisce che quest’ultima è l’opzione preferita dal concessionario. Certo, loro quantificano questa nuova spesa in 2.176.500 €, ma si tratta di una sorta di gallina dalle uova d’oro, perché ci sarebbero i ricavi da cremazione che sulla base delle ipotesi fatte riuscirebbero sia a garantire per tutta la durata della concessione l’ottenimento dell’equilibrio economico-finanziario sia il riconoscimento di un canone annuo a vantaggio del Comune concedente pari al 5% dei ricavi complessivi da gestione del tempio crematorio con un minimo garantito pari a 40.000,00 Euro/anno. E chiaramente, in questo caso, il valore economico della concessione, che dalle simulazioni fatte dalla C.S.C. sono in negativo per il solo cimitero per 3.260.805 €, aggiungendoci quello del tempio crematorio (6.204.951 €) passerebbero in positivo per 1.629.463 €, più o meno in linea con quello del Piano economico e finanziario redatto alla partenza della concessione.

Ad ora la Giunta municipale ha avviato una sorta di fase istruttoria in cui verranno analizzati svantaggi e vantaggi delle soluzioni proposte. A supporto del dirigente del IV Settore del Comune è stata affiancata una società, la BDO Advisor Services s.r.l., definita primaria società terza, la cui prestazione è pagata non dal Comune, ma dalla C.S.C.
Con la delibera 295/2023 del dicembre scorso, è stato incaricato l’avv. Maurizio Di Cagno a rappresentare il Comune nel procedimento stragiudiziale.
Chiaramente la decisione dovrà essere presa dal Consiglio comunale, ma sarebbe di fondamentale importanza, per chi poi si assumerà l’onere di questa scelta, tenere in considerazione che la realizzazione di un tempio crematorio di sicuro farà crescere gli indici di inquinamento, estendendoli all’aria, di un territorio già abbastanza vessato sotto questo punto di vista, se si considerano la discarica in post gestione della COBEMA, sulla quale è stato aperto un fascicolo dalla Magistratura, una in esercizio della ex-Bleu ora Dupont e quella di trattamento dei reflui della SOLVIC.

Riferimenti:
Delibera di Giunta 226/2023
Delibera di Giunta 295/2023
Comunicato associazione Italia Nostra Sezione di Canosa


Sabino Saccinto

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Pubblicato il 26/07/2024 h 15:51:16
Modificato il 26/07/2024 h 16:21:35

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