Dopo l’autorevole conferma da parte di un portale solitamente molto prudente, di una notizia lanciata da questo sito, si pone il problema: chi rifonderà il Comune del danno subito? Procederanno legalmente contro i due dipendenti infedeli?
Nel precedente post ho riferito una notizia appresa da fonti attendibili, non confermata ufficialmente, ma nemmeno smentita: la sospensione di due impiegati dell’Ufficio Economato del Comune di Canosa di Puglia per un bruttissimo episodio di appropriazione indebita, anche se, stando ad alcune ricostruzioni, sembrerebbe che il fatto non sia privo di precedenti. In questi giorni abbiamo appreso che a Roma è accaduto qualcosa di simile a quanto avvenuto da noi: son finiti sotto inchiesta un bel po’ di vigili urbani, con annesso comandante, per corruzione; i giornali hanno titolato: bufera su Alemanno. A Canosa invece la notizia circola già da un bel po’, ma di bufere non se ne scorgono. A parte questo blog, nessuno l’ha diffusa. Non lo hanno fatto i giornali. Non lo hanno fatto le forze politiche di opposizione. Vi è stato costretto un locale sito internet: l’ha registrata il giorno 28 febbraio sul suo forum; l’ha portata nella stessa giornata in home page con una indignata nota di redazione; è scomparsa misteriosamente dopo qualche ora ed è riapparsa il giorno dopo, chiosata con un “Abbiamo effettuato delle ulteriori verifiche e sembra che il fatto sia effettivamente accaduto.” Non si specifica quali siano state le ulteriori verifiche, se le conferme avute siano solo verbali o se abbiano visto le carte. La questione è di forma e di sostanza. Richiama la responsabilità pubblica degli amministratori (sindaco e assessore competente) e di funzionari e dirigenti. Sappiamo di per certo che la sospensione è avvenuta in forza di una determinazione del Segretario Generale, ma se si esplora il sito internet del Comune, la stessa non appare né tra i documenti dell’anno in corso, né all’Albo Pretorio on-line, dove delle determine è riportato semplicemente l’elenco con una descrizione stringatissima dell’oggetto, e comunque quella che interessa noi non c’è. E’ vero, da quelle parti usano così. La trasparenza degli atti amministrativi è un cardine della democrazia, un pungolo per i potenti ed un potentissimo sistema di controllo dell’operato dei nostri amministratori. E’ per questo che la casta non lo accetta. Esiste una cultura profondamente retrograda nelle classi dirigenti locali, non bisogna mai disturbare il manovratore. Allo stesso tempo il manovratore tollera poco o punto dover rispondere all’opinione pubblica.