Trovati i colpevoli
I capigruppo di maggioranza si assumono la responsabilità politica della sparizione delle panchine da Corso S. Sabino: "lo prevedeva il regolamento". Dopo più di dieci giorni dalla denuncia di sparizione delle panchine da Corso San Sabino, finalmente il 25 luglio qualcuno dell’Amministrazione
si è fatto sentire. Non il sindaco o gli assessori (saranno tutti in vacanza?) ma i capigruppo di maggioranza. Fatto in sé alquanto irrituale, le domande della popolazione non erano di sicuro rivolte a loro.
Lo fanno con un comunicato stampa piuttosto piccato, una toppa peggiore del buco per alcuni, il cui incipit ha, se non altro, il tono della perentorietà:
“Le panchine di corso San Sabino sono state rimosse (e saranno ricollocate nell’area che coinvolge il corso e la piazza antistante la cattedrale) per consentire l’attuazione del nuovo regolamento dei dehors, approvato “all’unanimità” dal Consiglio Comunale e quindi da maggioranza e minoranza!”. Si parla della delibera di Consiglio n. 47 del 5 luglio, che al momento è nota solo agli addetti ai lavori, visto che è assente all’Albo pretorio ancora al 25 luglio, circostanza che non ha impedito il 20 luglio all’Assessore alle Attività produttive di invitare gli interessati a partecipre ad un incontro in aula consiliare per apprendere quale fosse il nuovo iter
“tecnico amministrativo” per ottenere le autorizzazioni. Forse avranno deciso in quella sede di disinstallare le panchine, quindi al di fuori delle prerogative del Consiglio comunale, per dare attuazione al regolamento. Cosa strana in sé, perché se prendiamo in considerazione l’art. 3 dell’unico regolamento ancora reperibile sul
sito istituzionale del Comune , quello, per intenderci, approvato dal precedente sindaco Roberto Morra, al comma 5 (Progetti d’Ambito) troviamo:
“Sono quei progetti riguardanti aree di interesse strategico e/o già sottoposte a tutela ai sensi del D.Lgs. 42/2004 e/o indiziate quali aree da tutelare ai sensi dell’art. 10 c. 4 lett. g) come piazza XXIII maggio, p.zza della Repubblica, corso S. Sabino e p.zza V. Veneto, Zona Castello”. E più sotto è aggiunto:
“Il progetto dello spazio pubblico riportato nel Progetto d’Ambito può contenere alcune incongruenze con lo stato dei luoghi che potranno essere rettificate dagli uffici nel corso del tempo. Pertanto in fase di redazione dell’autorizzazione il Tecnico incaricato dovrà effettuare il rilievo metrico in scala adeguata inserendo anche gli elementi d’arredo fissi presenti (pali della luce, panchine etc.).” Parla di inserimento, non di rimozione, e fa riferimento a singole richieste che di volta in volta vengono valutate, non ad una operazione preventiva tout court di eliminazione di elementi di arredo fissi, tra l’altro. Certo, non sappiamo cosa il nuovo regolamento preveda su questo specifico aspetto, ma credo che non sia molto difforme dal vecchio, sennò mi preoccuperei non poco, visto che è passato all’unanimità. Poi c’è la questione della ricollocazione delle panchine in altra sede. Stranezza delle stranezze. Non è chiaro se i consiglieri di maggioranza abbiano letto la delibera che hanno approvato. Se non hanno apportato stravolgimenti sconvolgenti probabilmente la definizione di dehors è rimasta la stessa del comma 2 dell’art. 3:
“strutture esterne sia a carattere estivo sia a carattere invernale, facilmente rimovibili (zavorrate e non ancorate), destinate a far fronte a specifiche esigenze temporanee e che non implichino modificazioni permanenti dei luoghi in cui si collocano, da considerarsi come l’insieme degli elementi mobili posti temporaneamente in modo funzionale ed armonico sul “suolo pubblico”. Mi sembra ovvio che i consiglieri di maggioranza non abbiano capito bene cosa sia un dehor se ritengono che le panchine debbano essere estirpate per farvi posto. Sono i dehors le strutture mobili, non gli elementi di arredo pubblico, e sono i primi che devono essere posti
temporaneamente in modo funzionale ed armonico rispetto al suolo pubblico e la loro presenza non deve implicare
modificazioni permanenti dei luoghi in cui si collocano. E smontare le panchine significa fare l’esatto opposto di quanto il regolamento prevede. Comprendo lo spirito di sacrificio di questi consiglieri di maggioranza che si immolano sull’altare del ridicolo, mostrando assoluto sprezzo per esso. Ma se un’amministrazione sbaglia, le regole democratiche prevedono una netta assunzione di responsabilità da parte loro, non una diluizione fra i capigruppo consiliari o una chiamata di correo verso chi ha pensato che appoggiare una volta tanto una loro proposta fosse fattibile.
Sabino Saccinto Vers. pdf Pubblicato il 25/07/2023 h 18:49:02
Modificato il 25/07/2023 h 19:13:05
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