Bilancio previsionale non facile e per certi versi osteggiato. Una difficile eredità di conti non proprio in ordine ed un taglio del 25% ai residui attivi decisi dalla spending review del governo centrale. Il battesimo del fuoco per la nuova amministrazione diretta da Ernesto La Salvia.
Sono passati quasi tre mesi dall’insediamento di Ernesto La Salvia come sindaco della città di Canosa di Puglia e si è tutti in trepida attesa del primo atto di una certa consistenza della nuova amministrazione: il bilancio previsionale. Ho già dedicato almeno un paio di post, in passato, alla questione, ed in nessuno di essi mi sono pronunciato positivamente sulla gestione di Francè, evidenziando criticità e sostenendo l’assoluta infondatezza di quanto ci veniva ammannito, compreso l’avanzo di amministrazione ultimo scorso di 800 mila euro, propagandato come un successo, ma di fatto una bomba a tempo per chi sarebbe stato il suo successore. In questi mesi il nuovo sindaco si è pronunciato in forma per lo più ufficiosa sulla questione, affidando qualche sua esternazione al gruppo di sostegno su FB. In realtà, alcuni quesiti posti da questo sito non hanno trovato alcuna risposta, così come non è stato possibile sapere chi fossero i titolari del debito (ancora non conclamato) del Comune verso alcuni prestatori di servizi, specie nel campo dell’assistenza. Quelle che son passate sono state quisquilie, da un punto di vista quantitativo, come la minaccia di pignoramento, da parte della società fornitrice, delle poltroncine del nuovo Teatro Lembo o la discovery di telefonini in uso quasi gratuito a sindaco e assessori della vecchia amministrazione. Roba più di colore che di sostanza, non dimentichiamo che da questo sito si chiede conto di spese di qualche milione di euro, non migliaia. Un mese più tardi, invece, è trapelata una notizia apparsa su FB più interessante, e per bocca proprio del neo-sindaco. Da quel che si è capito, sembrerebbe che già hanno provato a mettere insieme una bozza di bilancio previsionale, constatando, con amara sorpresa, quanto i numeri siano impietosi. Il buco sembrerebbe essere di almeno un milione di euro, suscettibili di aumento. E i numeri ci sono tutti. Se si considera che nel precedente bilancio di previsione, Francè aveva impegnato, dell’avanzo di amministrazione 2010, la bellezza di 1.215.282,29 € e che le spese, da un anno all’altro, non sono affatto diminuite, ma aumentate, appare chiara la difficoltà di redigere un soddisfacente previsionale nel 2012, reso ancora più impegnativo da un rendiconto 2011 che lascia non vincolati solo 503.376,89 € (meno della metà dell’anno precedente) da destinare come prima voce al capitolo delle entrate, per non considerare quanto accaduto in fase di salvaguardia, quando si è resa necessaria un’altra iniezione milionaria di euro per chiudere il bilancio. In questo frangente anche il governo ci ha aggiunto del suo con la spending review, tagliando di un buon 25% i residui attivi; un provvedimento che non intaccherà il bilancio di previsione (formulato esclusivamente sull’anno di competenza) ma che farà sentire notevolmente il suo peso sul rendiconto 2012, quando a determinare l’avanzo di amministrazione entrerà tutto, anche gli arretrati. Non dimentichiamo che già nel 2011 lo sbilancio tra residui passivi e attivi ha superato il milione di euro, provate ad immaginare cosa accadrà quando dal piatto debole della bilancia bisognerà sottrarre un buon quarto di quello che vi è ora, ritrovarsi senza ICI e, per di più, con i trasferimenti diretti dello Stato ridotti. Una situazione da togliere il sonno a cui si aggiunge una denuncia, sempre via FB, del neo-sindaco, su una presunta trama di Francè, intento a manovrare per evitare che il previsionale venga approvato entro i termini di legge. La conseguenza sarebbe la caduta automatica dell’amministrazione, commissariamento, nuove elezioni con Francè che spera in una riaffermazione. In breve, uno scenario di tipo greco, in cui gli scassatori dei conti ritornano al governo proponendosi come salvatori della nazione. Non è una commedia di Ionesco, ma la cruda realtà. Ed in questo senso Francè sta avendo buon gioco, essendo riuscito a polarizzare tutta la discussione e l’attenzione politica non su faccende più vicine ai compiti istituzionali dell’amministrazione comunale, ma su altro, come la fantomatica richiesta, mai formalizzata, di un consiglio comunale monotematico sull’ospedale. A tal proposito vorrei ricordare a qualcuno che negli anni in cui Francè regnò, prima si presentavano le carte – ed era già un bel problema trovare le firme – poi, eventualmente, se ne discuteva. Ora invece siamo al paradosso di un caporione che richiede e pretende, dall’opposizione, di dettare l’ordine del giorno senza averne i numeri e che qualcun altro in maggioranza si faccia anche carico delle pastoie burocratiche.